E' davvero lungo l'elenco delle contestazioni che la Procura antimafia muove all'ex deputato regionale di Trapani, Paolo Ruggirello, finito oggi in carcere nell'ambito dell'operazione antimafia "Scrigno". Ruggirello ha sistemato uomini vicino alla cosca in posti di lavoro, tra cui il famoso Lillo Giambalvo, consigliere comunale a Castelevetrano, addirittura proposto per l'assunzione al Parco Archeologico di Selinunte. E' strana, poi l'indicazione che - lo dice la Procura - Ruggirello si sia rivolto alla mafia di Paceco per avere nomi nella lista "Democratici per Marsala", da lui presentata alle amministrative del 2015 in appoggio al Sindaco Alberto Di Girolamo. Indicazione strana, ripetiamo, dato che si tratta di una lista per il consiglio comunale di Marsala, appunto.
Secondo la Procura Paolo Ruggirello ha “preso parte all’associazione mafiosa denominata Cosa nostra, quale politico destinatario delle preferenze elettorali fatte confluire da esponenti di detta associazione nel corso di varie consultazioni elettorali, fornendo un concreto e specifico contributo per garantire gli interessi del sodalizio mafioso, cui metteva a disposizione - per il tramite di singoli affiliati, con i quali intratteneva rapporti continuativi ed ai quali si rivolgeva anche per questioni personali - l’influenza e il potere derivanti anche dalla sua posizione di deputato regionale dell’Assemblea Regionale Siciliana”.
Nel dettaglio, tra le altre cose “promesso di interessarsi per far assumere a tempo indeterminato, presso l’Azienda Ospedaliera Sant’Antonio Abate di Trapani, Margherita Buracci, figlia di Giovanni, appartenente alla famiglia mafiosa di Campobello di Mazara”.
Ancora, Ruggirell ha “garantito piena disponibilità per tutelare gli interessi della famiglia mafiosa di Mazara del Vallo, anche relativi a futuri finanziamenti pubblici, attraverso accordi raggiunti con Michele Accomando, appartenente a detta famiglia”.
Accertate le relazioni con esponenti dell’associazione mafiosa, tra cui Salvatore Crimi (della famiglia mafiosa di Vita), Pietro Virga, Francesco Orlando, Carmelo Salerno, Pietro Cusenza (tutti della famiglia mafiosa di Trapani, coinvolti nell'operazione di oggi) per ottenere supporto elettorale in occasioni delle consultazioni regionali del 2017 e nazionali del marzo 2018. Ai Virga ha dato anche soldi “per acquistare voti durante la campagna elettorale per le regionali siciliane del 2017”.
Poi, il capitolo Giambalvo. Ruggirello ha “esercitato pressioni politiche per far sì che Calogero Giambalvo, nipote dell’associato mafioso Vincenzo La Cascia, subentrasse come consigliere comunale a Castelvetrano, quale primo dei non eletti, e prometteva al medesimo Giambalvo l’opportunità di lavoro all’interno del Parco archeologico di Selinunte”.
A Campobello: “Accettava, quale referente provinciale del movimento politico Articolo 4, l’inserimento nella lista del movimento di una candidata, Daria Razziano, indicata espressamente da Filippo Sammartino, esponente della famiglia mafiosa di Campobello di Mazara".
Ancora, per lui l'accusa di “aver sostenuto presso gli uffici amministrativi della Regione Sicilia l’aggiudicazione di un appalto per la fornitura di mobili in favore della ditta “Gulotta Design di Vincenza Costa”, segnalata da Carmelo Salerno”. Chi è Salerno? Un mafioso di Paceco, dicono le indagini, al quale Ruggirello si è rivolto anche per ottenere "nominativi di fiducia da inserire come candidati nella lista Democratici per Marsala per le elezione comunali di Marsala del giugno 2015”. Sempre Salerno indica a Ruggirello di assumere Vito Costa, come guardia giurata.