La Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Caltanissetta ha emesso, su proposta del Direttore della Dia, un provvedimento di sequestro di beni per un valore di oltre 15 milioni di euro nei confronti di Rosario Marchese, 31enne di Gela residente in provincia di Brescia, dove attualmente è sottoposto alla misura preventiva della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno.
Il provvedimento di sequestro trae origine da un'attività investigativa condotta dal primo reparto Iestigazioni Preventive della Dia "finalizzata alla localizzazione degli illeciti patrimoni riconducibili alle organizzazioni mafiose", nel corso della quale è stata individuata proprio la figura di Marchese, per gli investigatori della Dia "un soggetto 'contiguo' al noto 'clan Rinzivillo', facente capo a Cosa Nostra di Gela e operante sia a Roma che in tutto il territorio nazionale".
Gli accertamenti condotti dal primo reparto Investigazioni Preventive della Dia e gli ulteriori effettuati dal Centro Operativo Dia di Caltanissetta "hanno messo in evidenza il repentino incremento di ricchezza di Marchese, ritenuto complessivamente 'anomalo' rispetto alla dichiarata posizione reddituale, che è risultata sproporzionata anche in rapporto all'elevato tenore di vita, al consistente patrimonio immobiliare e, soprattutto, alla sua ascesa imprenditoriale concretizzatasi, in brevissimo tempo, con la costituzione nel Nord Italia di numerose società operanti in molteplici settori commerciali, risultate tutte direttamente o indirettamente a lui riconducibili".
La forbice tra il valore dei possedimenti che a lui fanno capo e la posizione reddituale dichiarata sarebbe assai ampia. Troppo. Così, su proposta del direttore della Dia - le indagini sono state curate dal colonnello della finanza, Emanuele Licari - il tribunale di Caltanissetta ha disposto il sequestro di una sfilza di beni. Qualcosa come 11 società e 2 ditte individuali tra Brescia, Bergamo, Milano, Torino, Verona, Roma e Gela. Nel gran calderone del provvedimento patrimoniale, anche 50 rapporti bancari, 5 fabbricati a Lonato del Garda e un quadro del diciassettesimo secolo del maestro fiammingo Jacob Joardens, stimato 6 milioni di euro, al centro di un'operazione finanziaria per la creazione di una holding.
Il lungo elenco al centro del sequestro comprende la società «Marchese group spa» di Milano; la «Multiservice group» di Brescia con istituti di bellezza e centro benessere; la Belmar Lcd» di Milano per la fabbricazione apparecchiature per l'illuminazione; la «Marchese consulting & C management» di Brescia per consulenza amministrativa, finanziaria e aziendale; la «Overjob» di Brescia e Torino per consulenza aziendale e di lavoro; la «Rosmarc media world» di Roma e Torino, che cura campagne e organizzazioni di eventi; la «Overtraining» di Roma e Torino, per consulenza amministrativa, fiscale e tributaria; la «Automove» di Brescia e Desenzano del Garda, con noleggio di auto e ogni mezzo di trasporto; la «M Fuel» di Bergamo, per il commercio di prodotti petroliferi; il «Joseph cafe' di Bellanti Valentina & C.» di Brescia; la «Mg Clinic» di Milano con studi medici specialistici e poliambulatori; un bar a Brescia e il «Joseph cafe» di Gela.
L'indagine a carico di Marchese ha mosso i primi passi dopo 24 segnalazioni bancarie per operazioni sospette. E tra il 2016 e il 2018, secondo gli investigatori, sarebbero state chiuse centinaia di operazioni bancarie con fiumi di denaro finiti, per l'accusa, ad appartenenti al clan Rinzivillo di Gela. Marchese - già sottoposto a sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno a Brescia - ha alle spalle più grane giudiziarie. Nel 2012 una prima ordinanza di custodia cautelare per un'inchiesta incentrata, tra l'altro, su un giro di false fatturazioni. Nel 2103 è stato denunciato per associazione mafiosa, truffa, rapina riciclaggio e traffico di droga. Nel 2014 è stato sottoposto a sorveglianza speciale dal tribunale di Caltanissetta. L'anno dopo è stato arrestato per avere violato la stessa sorveglianza. Nel 2016 è stato segnalato per intestazione fittizia di beni