Daniela Noto, ex assessore indagata per associazione a delinquere nell’operazione Artemisia (ne abbiamo parlato qui), ha diffuso una sua nota per “chiarire, almeno ai giornali, la sua posizione”.
Dopo la scena muta davanti ai Pm della Procura di Trapani (si è avvalsa della facoltà di non rispondere), ha sentito il bisogno di fare una comunicazione alla stampa, scrivendo di aver ricevuto “la proposta della nomina di assessore da Felice Errante perché lo stesso aveva bisogno in giunta di un volto nuovo lontano dalla politica, ma nello stesso tempo voleva una persona capace”.
La penalista 35enne, che lavora nello studio legale dell’avvocato massone Vincenzo Salvo, nella sua nota si dichiara “lontana da qualsiasi appartenenza a partiti politici o a logge segrete”.
Come hanno scritto gli inquirenti, la sua nomina venne proposta da Lo Sciuto, proprio perché lei potesse rappresentare in giunta l’avvocato Salvo, cognato del massone Gaspare Magro. Il Lo Sciuto aveva già voluto la nomina del Magro come revisore dei conti all’Asp. E la nomina in giunta del cognato iscritto nella stessa loggia avrebbe potuto destare dei sospetti.
L’avvocato Noto scrive anche di non essere stata “a conoscenza delle fantasie politiche dell’onorevole Giovanni Lo Sciuto il quale, dalle intercettazioni oggi rese, pare che nutrisse rancori politici con Erina Vivona”.
E quindi tiene a far sapere di non aver mai voluto screditarla, perché non sapeva che Lo Sciuto “volesse mettere una tragedia politica all’interno della famiglia Vivona”.
Lo Sciuto invece ad Errante racconta di aver parlato col padre della Noto: “… Suo padre ci parla e lei ha detto: ‘questo sfregio glielo faccio, perché non la posso vedere’”.
Insomma, alla fine, accade esattamente ciò che aveva disposto l’ex deputato: la Noto viene nominata nell’ultima giunta Errante, per poi candidarsi nella lista Alternativa Popolare creata da Lo Sciuto per sostenere Perricone e sconfiggere Erina Vivona.
Daniela Noto ha concluso la sua nota affermando di confidare nella magistratura e di dimostrare la sua estraneità ai fatti nelle opportune sedi giudiziarie.
Certo, rispondere all’interrogatorio dei Pm sarebbe stato un buon inizio.
Egidio Morici