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03/04/2019 13:39:00

Trapani, sulle barriere architettoniche in città interviene l'associazione invalidi civili

Al cimitero di Trapani i disabili che hanno i propri defunti nei padiglioni più alti non possono salire a causa del mancato funzionamento dell'ascensore. Su questa segnalazione ma anche sulle altre barriere architettoniche presenti nel territorio cittadino,  interviene con una nota, la presidente dell'Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili, Rosaria Nolfo.  

"Ancora una volta nostri soci con deambulazione sensibilmente ridotta - scrive la Nolfo -  tornano a lamentare il mancato funzionamento dell’ascensore che dovrebbe consentire loro di salire ai piani più alti dei padiglioni del cimitero di Trapani dove si trovano i loculi dei propri defunti. Tale situazione permane ormai da molti mesi. La scrivente è intervenuta nei confronti della Amministrazione chiedendo una soluzione al caso. Ad oggi non risulta essere stato adottato alcun provvedimento".

"In tema di abbattimento delle barriere architettoniche - continua la Nolfo -  nei giorni scorsi la scrivente ha inviato alcune missive al Sindaco Giacomo Tranchida, all’Assessore ai Servizi Sociali Enzo Abbruscato e al Garante della Persona Disabile Tiziana Barone del Comune di Trapani con cui si chiede l’intervento dell’Amministrazione per la realizzazione di alcune iniziative finalizzate al miglioramento della qualità della vita delle persone con disabilità. Queste le richieste: 

L’istituzione di uno stallo per la sosta riservato ai titolari di contrassegno speciale presso Largo S. F.sco di Paola nei pressi degli uffici demografici (dove si ritira la carta di identità elettronica). Attualmente la piccola piazza risulta sempre occupata da autoveicoli e i soggetti con disabilità motoria spesso sono costretti a posteggiare a parecchia distanza (via Mercè, Corso Italia, ecc.).

 L’avvio di una campagna di informazione e sensibilizzazione e di un piano di controlli sull’uso del contrassegno per la sosta dei disabili con difficoltà motoria. È infatti sotto gli occhi di tutti l’uso improprio dei pass da parte dei familiari dei soggetti aventi titolo, che se ne avvalgono per uso personale e non per il disabile a beneficio del quale è prevista la norma (che risulta non essere a bordo dell’autovettura). Spesso inoltre accade che il pass venga utilizzato anche se scaduto, o peggio che, in caso di decesso del soggetto titolare, non venga restituito dai familiari, che continuano ad utilizzarlo illegalmente. Lo stesso dicasi per i parcheggi “personalizzati”. Si constata poi che sovente i parcheggi riservati ai disabili vengano occupati da non aventi titolo. Tali comportamenti sono da perseguire in quanto “illegali” e in quanto ledono di fatto gli interessi dei soggetti “deboli” per i quali la norma è stata creata; al contrario tali diritti devono essere tutelati e salvaguardati.

La dotazione di un Piano Eliminazione Barriere Architettoniche (P.E.B.A.). Il PEBA, Introdotto con l’articolo 32, comma 21, della L. n. 41/1986, e integrato con l’articolo 24, comma 9, della L. n. 104/1992, che ne ha esteso l’ambito, dagli edifici pubblici, agli spazi urbani, è lo strumento normativo con cui rilevare e classificare tutte le barriere architettoniche, presenti in un’area circoscritta, e può riguardare edifici, o porzioni di spazi, pubblici urbani (strade, piazze, parchi, giardini, elementi arredo urbano). Tale piano di opere deve poter indicare le proposte progettuali preliminari, a quelle esecutive, per l’eliminazione delle barriere presenti con il fine di stimarne i costi e i tempi di realizzazione, nonché la
programmazione in base alla priorità. Poiché accessibilità e mobilità costituiscono un binomio inseparabile, l’ANMIC ritiene che il PEBA sia integrabile e complementare al PUMS (Piano Urbano di Mobilità Sostenibile), strumento di cui l’Amministrazione ha avviato recentemente la progettazione. Una chiara pianificazione e programmazione degli interventi da realizzare costituisce - in un momento in cui le risorse finanziarie sono scarse - lo strumento indispensabile per accedere ai Fondi Europei e realizzare servizi in grado di migliorare la qualità della vita di tutti i cittadini.

Inoltre, l’ANMIC ha fatto richiesta dell’istituzione della Consulta delle Associazioni per i diritti delle persone disabili, quale organo consultivo e strumento strategico per una analisi dei bisogni, la progettazione, la messa in campo, la verifica e la valutazione in termini di efficacia ed efficienza della qualità degli interventi in favore dei disabili.