Dieci persone - primi firmatari Elio Sanfilippo, presidente Lega Coop Sicilia, e l’avvocato penalista Nino Caleca avvocato - hanno sottoscritto un appello al procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho, chiedendo la riapertura delle indagini sull'omicidio del parlamentare del Pci Pio La Torre, ucciso il 30 aprile dell’82, quando era segretario del partito in Sicilia.
«La Procura nazionale antimafia ha istituito un pool di magistrati che si occuperà delle 'entità esterne nelle stragi e negli altri delitti di mafia'. Crediamo fermamente - scrivono i firmatari - che anche gli omicidi di Pio La Torre e Rosario Di Salvo debbano essere oggetto di attenzione da parte di questo nuovo gruppo. Le indagini condotte con scrupolo in questi anni hanno evidenziato come non solo la sconfitta di Cosa nostra fosse l’obiettivo di La Torre. La stessa lotta contro la mafia si intersecava strettamente con quella contro la massoneria deviata e contro l’installazione dei missili a Comiso».
«Negli atti processuali - conclude l’appello - emergono già spunti investigativi che devono essere ulteriormente coltivati anche alla luce dei risultati ottenuti in altri procedimenti penali che hanno certificato la tattica della 'trattativà e la consuetudine del 'depistaggio'. Nel 1982 i corleonesi intraprendevano la scalata per conquistare il comando di Cosa nostra utilizzando le armi ma anche 'trattandò con 'entità esternè a cui oggi si deve dare un volto».
Gli altri firmatari dell’appello sono Pietro Puccio sindaco di Capaci; Roberto D’Agostino e Giovanna Marano, assessori al Comune di Palermo; il giornalista Mario Azzolini; il presidente della Legacoop Sicilia Filippo Parrino; l’ex presidente della Regione siciliana Angelo Capodicasa; Emilio Miceli, della segreteria nazionale Cgil; Masino Lombardo, manager culturale; Domenico Giannopolo, sindaco di Caltavuturo.