Antonella Milazzo, ex deputato regionale ed ex segretario comunale del Partito Democratico. Come mai secondo lei la candidata Michela Giuffrida che era appoggiata dalla giunta comunale e alcuni consiglieri a Marsala prende appena 516 voti?
Mi aspettavo molto di più perché c’è stata una campagna elettorale esplicita, una dichiarazione di voto e manifestazioni da parte della giunta e dei consiglieri comunali che appoggiano questa stessa amministrazione. Ritengo che sia una ulteriore conferma del consenso calante di questa amministrazione comunale. Credo che sia un dato matematicamente inattaccabile, parlano i numeri.
Antonella Milazzo, una nota del segretario regionale del PD Davide Faraone dice che il partito cresce con un più 5,2% rispetto all’anno prima. "Non festeggiamo ma il dato dell’isola ci incoraggia anche perché siamo l’unica alternativa ai sovranisti". Lei è d’accordo su questa semi-vittoria?
Sono d’accordo nel senso che comincia a vedersi un barlume di luce in fondo al tunnel. Certo che in Sicilia rispetto al dato nazionale, siamo quarto partito e non secondo. Siamo dietro Forza Italia e questo non è un bel segnale. Se leggiamo i dati in maniera assoluta facendo il confronto con le politiche del 2018, sì, è innegabile matematicamente il miglioramento.
Milazzo ma le elezioni politiche e le europee sono totalmente diverse.
E’ sicuramente così, ma un segnale di ripresa bisogna coglierlo per quello che c’è stato. D’altronde il paragone con le europee del 2014 sia addirittura impraticabile. Da allora è cambiato il mondo, il consenso e la partecipazione. I dati dell’affluenza in Sicilia, in provincia di Trapani e a Marsala credo che debbano far riflettere molto.
Il dato dentro al partito democratico regionale è indicato da quello palermitano, dove la classe politica uscente, ad eccezione della Chinnici è stata bocciata. La Chinnici ha preso 17791 voti, Bartolo 18.949 voti e la Giuffrida, attaccata al palo, solamente 3379.
C’è una piccola anomalia. Partendo dal fatto che sia la Chinnici che la Giuffrida erano uscenti e dovevano partire con lo stesso vantaggio e con gli stessi limiti, in maniera quasi paradossale, la Chinnici che è stata accusata di essere assente dai territori e temeva la campagna elettorale proprio per questo, invece, conquista un voto di opinione largo e questa sua “assenza” non è stata per nulla punita. Anzi, in alcuni casi, come a Marsala cresce nei consensi. La Giuffrida, invece, che è stata più presente, è stata la candidata dell’apparato di partito e questo l’ha sicuramente penalizzata.