Bartolo Giglio, lei è stato nominato commissario provinciale a Trapani per la Lega. Da dove inizierà a costruire un partito che vive una stagione di faide interne?
La fase in cui oggi sono chiamato ad operare è quella del posizionamento di un partito che raccoglie più del 20% dei voti nella nostra provincia in appuntamenti elettorali tipicamente politicizzati come le elezioni europee. Al tempo stesso è il primo partito in Italia con sondaggi che sfiorano il 40 % dei consensi ed una forte leadership. Tutto ciò genera il massimo delle attenzioni negative da parte degli avversari politici, ma anche della stampa di parte. Il mio ruolo è materializzare il consenso elettorale in partecipazione politica. Disponiamo di un codice etico che finora ci ha consentito di fare filtro rispetto a soggetti che a vario titolo hanno una storia personale e politica non del tutto cristallina. Siamo in cammino rispetto a questo percorso. Non ci sono obiettivi obbligatori e quindi non ci sono scelte necessitate.
La linea politica siciliana è in controtendenza rispetto a quella nazionale, non vi volete alleare con Miccichè e nemmeno con Musumeci, ma per vincere servono i voti. Sarete costretti a smentire voi stessi?
Il teorema delle alleanze obbligatorie non ci appartiene. UDC e Forza Italia con i suoi esponenti all' ARS si sono sforzati nel dire le peggiori cose sulla Lega. Il motivo è semplice: la nostra crescita elettorale in Sicilia è direttamente proporzionale all'estinzione per l'UDC e ad un forte ridimensionamento per Forza Italia. Musumeci che si era proposto in fase elettorale come innovatore pur di rimanere in sella ha scelto le forze politiche di cui sopra come puntelli, senza valutare che lo hanno portato a significative paralisi amministrative. Questo quadro politico non ci interessa. Attendiamo estinzioni e mutamenti per confrontarci con chi da maggiori garanzie di vera volontà di rinnovamento. Peraltro siamo fuori dallo schema di contrapposizione destra/sinistra. Per noi vale più sostenere i valori di sovranismo dei popoli in opposizione ai tentativi di globalizzazione generale.
Lei ha sempre sostenuto che i circoli devono essere creati al massimo con cinque tessere, però lo dica che per le europee di maggio a trascinare la lista è stato Salvini….
Non mi dispiace affatto che Salvini sia il trascinatore del nostro consenso elettorale. Capisco che a molti viene il mal di pancia ma in questa fase storica la Lega è nell'immaginario collettivo un soggetto politico che da risposte in quanto partito di Governo. La dirigenza regionale del partito mi ha chiamato ad amministrare con perizia una dotazione elettorale esistente, implementando azioni tipiche del nostro partito sul territorio. La modalità di espressione del consenso sta cambiando anche da noi. I tanti voti dei campioni di preferenza stentano a confermarsi. Questi soggetti con preferenze a tre o quattro cifre alle amministrative non trovano nemmeno più la forza politica dove collocarsi. La gente vuole votare un candidato che abbia una copertura o da un partito politico o da un leader su cui poter finalizzare le proprie istanze. A Marsala per molti consiglieri comunali uscenti questa sarà una grande difficoltà.
Giglio, niente cambi di casacca. La Lega ha inglobato una serie di forzisti, di ex An, come lei, di socialisti… La regola vale per alcuni e non vale per altri?
Capisco che è forse utile innescare in chi ci legge confusione sul concetto di cambio di casacca ma cercherò dicendo la mia, di far chiarezza in tal senso. Cambia casacca chi, mantenendosi in vita la forza politica da cui proviene, per opportunità diverse aderisce a forza politica diversa. Discorso diverso va fatto per chi nella sua storia personale è appartenuto a forze politiche oggi non più presenti nello scenario e considera la Lega, nel caso di specie, il soggetto politico che meglio rappresenta il suo sentire. Queste sono spesso le contestazioni che ci arrivano da coloro che, volendo aderire al partito, ricevono dalla Lega un mancato gradimento per curricula personali appesantiti da zone d'ombra o da parti politiche nostre avversarie che si affannano a trovare linee di contestazione. L'elettore sarà poi il vero giudice della qualità del nostro personale politico, non solo attraverso il voto, ma anche con segni di personale apprezzamento.
Fa discutere il tema dell’accoglienza, non si possono lasciare gli uomini in mare. E’ il senso di umanità che dovrebbe prevalere e non una politica che poi viene di volta in volta smentita nei fatti: si continua a sbarcare. E’ solo propaganda?
I risultati della politica di Salvini in poco più di un anno di governo sono evidenti e sono stati già premiati dall'elettorato. Scalpitano molti che dell'immigrazione avevano fatto un significativo business. Le percentuali di arrivo sono precipitate e le altre nazioni europee hanno ormai capito che in Italia è cambiato tutto. Il tentativo di bollare la nostra parte politica come razzista, xenofoba ultimamente è calato perché chi se ne è fatto autore ha capito che nell'opinione pubblica tutto ciò non fa presa. In molti casi il militante leghista ha una storia personale di religiosità, correttezza e stima sociale e quindi nessuno crede agli attacchi di pochi politici, giornalisti, religiosi che a vario titolo si danno patenti di filantropia in esclusiva.
Non va bene nemmeno con i Cinque Stelle, sui territori vi guardate entrambi molto male. Eppure al governo nazionale siete alleati e se si tornasse alle urne la Lega sarebbe il naturale alleato di Forza Italia e di Fratelli d’Italia. Quale sarà il punto di equilibrio?
Mi si ripropone in domanda il concetto delle alleanze per forza. E' un concetto che non ci appartiene. Non per forza, in questa fase storica in Sicilia dobbiamo esprimere la guida in coalizione di enti locali. Con gli esponenti locali dei 5 stelle ho tentato, come è giusto fare in politica, convergenze a diverso titolo per l'ottenimento di risultati politici condivisi. Ho trovato tanta inesperienza, molto verticismo, tante anime di una sinistra insoddisfatta che ha messo la maglia 5 stelle in questa fase storica, mantenendo però l'approccio culturale di sinistra. A San Vito lo Capo chi era stato giusto un anno fa candidato sindaco dei 5 Stelle ora è assessore della giunta Peraino, ai tempi suo avversario. A Trapani due consiglieri comunali hanno scelto di intraprendere contro Tranchida una battaglia caratterizzata da tanti errori di inesperienza. Insomma tanta buona volontà ma soprattutto tanti giri a vuoto e uno modesto rilievo del loro ruolo di opposizione in consiglio comunale. Il mondo 5 stelle è però eterogeneo. Ci sono diversi talenti che a volte però sono irretiti dal sistema partito. Diverse telefonate con loro dirigenti su problemi politici diversi che si concludono con " vorrei ma non posso ". Io conservo sempre una speranza di dialogo politico perché il loro mondo come il nostro è filtrato da tanta attenzione rispetto alla qualità morale degli aderenti.