Oggi, 5 agosto 2019, è l’anniversario dell’uccisione del poliziotto Nino Agostino e della moglie Ida Castelluccio. A Trent’anni da quella strage - la moglie di Agostino era in attesa del loro bimbo - non si conosce la verità.
Tanti i tasselli trovati nel corso delle indagini ma ne manca sempre qualcuno per completare un puzzle sempre più complesso. Oggi per Vincenzo Agostino, papà del poliziotto, che da qual giorno non taglia più la barba, e per la sua famiglia è ancora più difficile, perché per la prima volta senza la moglie Augusta, morta a febbraio dopo aver lottato invano per cercare la verità sulla morte del figlio.
L’agguato al poliziotto e alla moglie avvenne davanti alla casa dei suoi genitori e proprio davanti agli occhi di Vincenzo Agostino. I tanti perché dell’omicidio Agostino rimangono ancora senza risposta. Il poliziotto era impegnato nell’attività di ricerca dei latitanti e indagava sull’attentato, poi fallito, dell’Addaura.
Depistaggi - Su questo delitto sono diversi i tentativi di depistaggio. Il primo: quello di far passare l’omicidio come passionale, con le indagini che si incentravano sulla possibile vendetta dei familiari di una ex fidanzata. Il secondo, invece, quando qualcuno prelevò dei documenti dall’armadio della sua stanza. Il padre ha raccontato più volte: "mio figlio nel portafogli portava un biglietto, quando lo presi e lo lanciai contro il muro, nel giorno del delitto, venne trovato questo pezzo di carta in cui c'era scritto di andare a cercare dentro il suo armadio nel caso in cui gli fosse successo qualcosa". Quegli appunti, però, furono fatti scomparire. E il dato emerge nelle inquietanti parole di un ex poliziotto, Guido Paolilli, indagato per favoreggiamento e poi archiviato per prescrizione.
In un documento scritto dallo stesso Paolilli e inviato alla Squadra Mobile, si conferma che, nel corso delle indagini erano state "effettuate tre perquisizioni presso quella abitazione e, solo nel corso della terza, durante la quale a differenza delle altre partecipava anche lo scrivente, in uno stanzino venivano rinvenuti 6 fogli su cui l'Agostino aveva scritto di proprio pugno, tra l'altro, di temere per la propria incolumità”.
Cosa c’era scritto in quei documenti? In questa vicenda rientra la perquisizione della casa di Bruno Contrada, ex numero due del Sisde, sospettato di avere dei documenti utili alle indagini. "Esiste fondato motivo di ritenere - scrivevano i magistrati della Procura generale di Palermo nel decreto di perquisizione - che Contrada abbia ancora la disponibilità di documenti (appunti, fotografie, atti ufficiali, files) riguardanti i suoi rapporti con Paolilli, poliziotto indagato per il depistaggio delle indagini sul delitto Agostino, Agostino stesso, Aiello (faccia da mostro), nonché del coinvolgimento di Agostino in attività di ricerca di latitanti ed altre attività extraistituzionali".
Faccia da mostro – Le indagini sulla morte di Nino Agostino hanno portato più volte ad imbattersi anche nel rapporto tra Contrada ed Aiello, l’ex agente di polizia vicino ai Servizi, conosciuto anche come "faccia da mostro", per via di cicatrice sul volto. Aiello, morto nel 2017, uno degli indagati del caso Agostino. Secondo quanto ricostruito dell'accusa, fu Aiello ad aiutare i killer, Madonia e Scotto, a fuggire subito dopo l’agguato. E tra l’altro anche il papà di Nino Agostino ha riconosciuto Aiello come l'uomo che una settimana prima era stato in casa per chiedere del figlio.
Neofascismo - E non sono finite qui le indagini sul caso Agostino. Un’altra inchiesta, infatti, ruota attorno all’estremismo di destra. Il poliziotto sarebbe stato occupato nel servizio di scorta dell'ex estremista di destra, Stefano Alberto Volo che, interrogato da Falcone rivelò al giudice il coinvolgimento dei killer neofascisti per l'omicidio del presidente della Regione Piersanti Mattarella.
A trent’anni dalla morte di Nino Agostino e della moglie Ida, tra moventi e indagini fondate sul nulla, depistaggi e prescrizioni varie, la verità su questo delitto che ha tutte le caratteristiche di quelli di Stato rimane ancora lontana.