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24/09/2019 08:00:00

Tangenti Anas, i tre arrestati confessano davanti al pm

Erano arroganti e consapevoli di essere al sicuro i tre funzionari dell'Anas arrestati in flagranza dopo essersi divisi i soldi di una ‘mazzetta' consegnata loro da un imprenditore nisseno. Un giro di soldi, appalti e corruzione che grazie ai sofisticati mezzi di intercettazione gli investigatori riescono a ricostruire. Quando il 29 agosto il geometra Riccardo Carmelo Contino e il collega Giuseppe Panzica si incontrano nella sede degli uffici sulla Tangenziale di Catania, uno spyware sul telefono aziendale del primo documenta la consegna di una mazzetta da 20 mila euro (un'altra rispetto a quella intascata la mattina dell'arresto in flagranza avvenuto il 17 settembre, ndr) da parte dell'imprenditore nisseno nelle loro mani che riguarda i lavori sulla strada statale 114, la «Orientale sicula».

All'inizio dell'incontro è Contino a prospettare all'imprenditore la possibilità di un nuovo lavoro per Anas grazie ad un sub appalto da parte di un'impresa aggiudicataria di Catanzaro che «avrebbe qualche difficoltà per l'esecuzione dei lavori» (stesura del tappeto drenante e lavori in tempo di notte). Secondo il Gip Giancarlo Cascino dalle conversazioni intercettate tra il funzionario Anas Contino, il collega Panzica e l'imprenditore «corruttore» emerge la contrarietà ai doveri d'ufficio: alla ditta nissena viene infatti offerta la possibilità di «acquisire in via di favore un sub appalto senza alcun rispetto per la normativa ad evidenza pubblica». A fronte, evidentemente, del pagamento di denaro come corrispettivo. Le imprese corruttrici e i funzionari corrotti - su cui la magistratura continua ad indagare - agivano sempre con lo stesso modus operandi. L'imprenditore di turno corrotto (sono una decina quelli iscritti nel registro degli indagati, ndr) consegnava denaro in contante subito dopo l'avvenuto rilascio della certificazione «Sal», lo stato di avanzamento dei lavori e dopo l'avvio dei pagamenti da parte di Anas. I pubblici ufficiali - Giuseppe Romano, Riccardo Carmelo Contino e Giuseppe Panzica - dal canto loro omettevano il controllo sulla corretta esecuzione dei lavori con un risparmio di costi di produzione per l'impresa. E poi si intascavano la tangente. Nell'ordinanza di convalida degli arresti, tra gli omissis necessari per via delle indagini - il Gip Giancarlo Cascino scrive: «Il legale rappresentante della ditta affidataria di lavori effettuati da Anas Spa si accordava con i pubblici ufficiali Contino e Panzica assumendo l'impegno di versare a questi ultimi somme indebite di importo pari a oltre 30 mila euro potendo in tal modo fare affidamento su una sostanziale inesistenza di controlli e quindi una possibilità di eseguire i lavori in difformità alle condizioni contrattuali massimizzando il profitto a danno della pubblica amministrazione di riferimento».

Mentre a fine luglio il geometra Contino è in vacanza in un Resort della Calabria, in una conversazione intercettata il funzionario si «preoccupa» di sapere a che punto è la certificazione Sal per l'imprenditore nisseno e dell'esito dell'incontro con l'ingegnere Giuseppe Romano. Contino vorrebbe ritardare il pagamento nei confronti della ditta nissena perché «deluso dal comportamento tenuto dall'imprenditore: Cioè sempre a chiacchiere, a chiacchiere va…». È da qui che emerge - secondo il Gip - il ruolo di alter ego di Contino da parte di Panzica che dichiara di avere ricevuto l'imprenditore e si dimostrava in quel frangente pronto a ricevere qualsiasi cosa, ciò che tuttavia non accade per mere contingenze. Il blitz che ha portato agli arresti dei tre funzionari in flagranza di reato è scattato martedì mattina. Sono le 11.45 quando gli uomini delle fiamme gialle fanno irruzione nei loro uffici: al piano terra in quello di Panzica e al primo piano in quelli di Contino e dell'ingegnere Romano. Portano via documenti, fascicoli, pc e incartamenti. E acquisiscono tutta la documentazione delle gare d'appalto di Anas. Il pomeriggio dell'arresto è l'ingegnere Giuseppe Romano a sedersi difronte al pm che lo interroga e davanti cui si dichiara «colpevole per quanto avvenuto all'interno degli uffici dell'Anas…». Ad assisterlo è l'avvocato Walter Rapisarda. Anche i geometra Contino e Panzica - davanti a prove così evidenti - ammettono, in parte, le loro responsabilità. E a rendere dichiarazioni spontane e sono stati in questi giorni altri funzionari e imprenditori che si sono rivolti ai magistrati catanesi. Un lungo elenco. Che, al momento resta top secret. 

da Gds