La Natività, il capolavoro di Caravaggio rubato a Palermo nell'ottobre 1969 e mai ritrovato, era finito in mano alla mafia. Prima di rivenderlo a un mediatore d'arte svizzero, il boss Gaetano Badalamenti cercò di avviare una trattativa con il parroco dell'Oratorio di San Lorenzo, Rocco Benedetto, dichiarandosi pronto a restituire la tela in cambio di denaro. La rivelazione è contenuta in un'intervista inedita, datata 2001, rilasciata al regista Massimo D’Anolfi proprio dal parroco. A poche settimane dal cinquantesimo anniversario del furto, The Guardian ha ottenuto e rilanciato la testimonianza rilasciata da Don Benedetto due anni prima di morire.
Il sacerdote racconta di avere ricevuto, poche settimane dopo il furto, due lettere. Nella prima i ladri dicevano che se voleva negoziare doveva fare pubblicare un’inserzione sul Giornale di Sicilia: un segnale per confermare la volontà a trattare. Nella seconda, avevano allegato un pezzetto della tela.
Il parroco, morto nel 2003, non era riuscito a convincere gli investigatori e il sovrintendente alle Belle arti della pista mafiosa. Era stato addirittura indagato come complice dei ladri. Ma poi l'inchiesta era stata archiviata. "Mi hanno persino impresso le impronte digitali. In seguito il sovrintendente si scusò", disse il sacerdote ad Anolfi.
Il regista, che filmò l'intervista per un documentario a cui stava lavorando all'epoca sulle opere rubate, non si rese conto del valore della testimonianza, che successivamente fu consegnata alla polizia. Sarà proiettata interamente al Teatro Biondo il prossimo 15 ottobre in occasione di una rassegna promossa dall'associazione Amici dei Musei Siciliani in collaborazione con Le Vie dei Tesori, che organizzerà una serie eventi sulle opere d'arte rubate o andate perdute.