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27/09/2019 06:00:00

"Le Vie dei Tesori", alla scoperta della Palermo nascosta. Ecco come sarà

 «Finché si basa solo sulla volontà pervicace di alcune persone, Le Vie dei Tesori resta una realtà a rischio».

È stato un inciso breve ma risoluto quello che Laura Anello, Presidente delle Vie dei Tesori, ha rivolto al sindaco Leoluca Orlando durante la conferenza stampa palermitana del festival che lei ha ideato tredici anni fa e che nel 2018 ha avuto una ricaduta sulla città pari a quattro milioni di euro. «È un bene prezioso, bisogna metterlo in sicurezza», prosegue con estremo garbo all’indirizzo di chi delle Vie dei Tesori dice che “non è una semplice iniziativa, ma una vera e propria visione”.


 

Eppure per continuare a vedere, e a vedere bene, c’è bisogno di qualcosa di più concreto delle luminose e amorevoli parole d’appoggio delle istituzioni. Perché Le Vie dei Tesori, con il suo decennale impegno, tra le tante rassegne culturali dell’isola è quella che maggiormente ha saputo trasmettere l’incanto e la complessità dei luoghi in cui abitiamo. Soprattutto è riuscita ad alimentarne il sogno, lo stupore. E fuori di retorica, potremmo dire senza dubbio che ciascun luogo cresce dentro di noi solo se sognato.


Per accorgersene, negli ultimi due weekend bastava seguire i gruppi di visitatori di Palazzo VII Aprile a Marsala o della Colombaia a Trapani: sguardi estatici, gente che si chiedeva se si trovava davvero a Marsala/Trapani. Perché il bello sta nel redimersi dalla propria indifferenza, ogni giorno passiamo davanti a posti dalla bellezza inaudita e non ne abbiamo per nulla contezza.


Pensate, adesso; se le tappe di Marsala, di Trapani, di Sciacca, di Noto, di Sambuca, vi sono sembrate entusiasmanti, provate a immaginare cosa sarà l’edizione delle Vie dei Tesori a Palermo: 163 luoghi da visitare, molti dei quali finora inediti; esperienze irripetibili come incontrare Mimmo Cuticchio che apre e racconta il suo teatro dei pupi o gettarsi con il parapendio sulla spiaggia di Mondello; e poi visite teatralizzate, passeggiate, degustazioni, concerti.


Le Vie dei Tesori è una scommessa per i cittadini e per le amministrazioni (comunali e regionali). Investire il proprio tempo, il proprio impegno e destinare a questo genere di manifestazioni quanto serve perché possano dedicarsi esclusivamente a progettare nuove e mirabolanti utopie da proporre e inverare, dovrebbe essere il segno distintivo di ogni civiltà che voglia chiamarsi tale. È una scommessa di civiltà, quindi. Che bisogna vincere.


Un’anteprima esclusiva per i lettori di Tp24.it: siamo saliti a vedere i lavori di restauro del tetto in legno della Sala Magna, o Sala dei Baroni, di Palazzo Chiaramonte Steri, che verrà riaperta al pubblico a dicembre.

 

 

Tra i rumori metallici delle impalcature, lo spennellare dei pittori e il fortissimo odore acre del legno, abbiamo potuto assistere a una sequenza di immagini iconiche che compendia ed esplicita lo spirito del Medioevo siciliano. L’intera sala, e soprattutto il soffitto ligneo voluto da Manfredi III Chiaramonte, saranno protagonisti dell’edizione 2020 delle Vie dei Tesori. Come accennavamo prima, non c’è limite allo stupore che certe «visioni» ci permettono di vivere.


Marco Marino