di Marco Marino
Lo spirito che ha anticipato, accompagnato e proseguito il Risorgimento italiano si fonda su migliaia di pagine di libretti d’opera e di spartiti. Basti pensare ai versi del celebre, e tanto discusso, “Va, pensiero” del Nabucco. Furono scritti nel 1842 da Temistocle Solera e grazie alla musica di Giuseppe Verdi diventarono il canto universale delle comunità oppresse e prigioniere; nei vent’anni che poi ci vollero per fare l’Italia, si consolidarono come patrimonio collettivo, ricordando a tutti la necessità e l’importanza che il canto assume perché non venga mai dispersa la memoria di un popolo.
Oggi, per noi che viviamo in un’epoca di Anti-Risorgimento (se non di peggio), quotidianamente in guerra per non perdere le ultime parole e gli ultimi suoni che ci sono rimasti per definire chi siamo, da dove veniamo e dove vorremmo andare; oggi, dicevo, avremmo davvero bisogno di ritrovare, di riavvicinarci a opere in grado di immergerci nel nostro presente e, nello stesso tempo, di regalarci una prospettiva nuova rispetto al sentimento di deriva cui tutti ci crediamo destinati.
A questa istanza rispondono Ludovico Einaudi, Colm Toibin e Roberto Andò che questa sera alle 20.30 portano sul palco del Teatro Massimo di Palermo la loro prima opera contemporanea, “Winter Journey”. Con musiche di Ludovico Einaudi, libretto di Colm Toibin e drammaturgia di Roberto Andò, è stata commissionata dal teatro palermitano e coprodotta dal Teatro di San Carlo di Napoli.
“Winter Journey” è il canto, corale e sincopato, di un nucleo familiare diviso dal viaggio senza meta, dal dolore della migrazione e dal terrore della guerra. C’è la voce di un Uomo (interpretato da Badara Seck, famoso cantante senegalese) andato via dalla sua terra alla ricerca di un altrove dove poter sopravvivere; c’è la voce di una Donna (Rokia Traoré, una delle regine della musica africana) che vive nel cuore dei conflitti armati; in disparte, al sicuro, si trova invece la voce di un Bambino (Mouhamada Sazll). Tre anime condannate a intonare “la preghiera” - così l’ha definita Einaudi - di un’Europa che piange. Un Uomo, una Donna e un Bambino che prendono le sembianze di spettri, di figure fantasmatiche, simboli di quella speranza di comunità e accoglienza tradita dal nostro continente.
Ludovico Einaudi, Colm Toibin e Roberto Andò con “Winter Journey” sconfessano lo sciocco pregiudizio che ritiene azione anacronistica e inutile andare all’opera. Il loro “Viaggio d’Inverno” attraversa la contemporaneità per stravolgere temi e sentimenti immortali come il migrare, il soffrire, l’amare. E sembra così darci l’occasione per redimerci, per tornare indietro, per ritornare ad ascoltare quella voce che ci vuole umani. Che vuole che il nostro canto non venga mai disperso.
L’opera verrà rappresentata il 4, il 5, il 6 e l’8 ottobre. A dirigerla il maestro Carlo Tenan; scene e luci di Gianni Carluccio; costumi di Daniela Cernigliaro; video di Luca Scarzella; suono di Hubert Westkemper.