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09/10/2019 06:00:00

Inside Licata/3. Soldi pubblici con fatture false. I progetti al Baglio Basile e Delfino

Inside Licata. Un’inchiesta a puntate di Tp24 sul re delle sale ricevimenti a Marsala, Michele Licata, il sistema andato avanti per anni che ha portato a milioni di euro di tasse evase, alle truffe sui contributi pubblici, soldi nascosti, fornitori compiacenti, in quello che è diventato un caso studiato in tutta Italia. Questa inchiesta entra nel cuore del sistema Licata. Nel suo Monopoly.

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La Sicilia è una terra povera, poverissima.
E’ una di quelle regioni che in Europa viene classificata come tra quelle in cui è più urgente intervenire per incentivare lo sviluppo economico. L’Unione europea, periodicamente, da decenni destina alla Sicilia centinaia di milioni di euro per realizzare o espandere imprese. Grazie ai fondi europei in Sicilia piccole aziende hanno potuto creare i presupposti per essere più competitive, creare nuovi posti di lavoro, tentare di ridurre il gap che c’è con il resto d’Italia e d’Europa. Ma ci sono anche i furbi, quelli che hanno frodato milioni di euro per progetti inesistenti.

Poi c’è Michele Licata. Il Baglio Basile, il Delfino Beach Hotel, i suoi diamanti, i suoi super hotel e sale ricevimenti. Sono delle strutture enormi, sfarzose, gettonate per matrimoni e banchetti. Arrivano da tutta la Sicilia le coppie di sposini per festeggiare il “giorno più bello” nelle strutture di Licata.

Michele Licata è proprietario dei più grandi hotel e sale ricevimenti della provincia di Trapani. Il Baglio Basile, il Delfino, il Delfino Beach Hotel, la Volpara, e altre strutture che fanno capo a società di cui, di fatto, è amministratore Licata, anche se in alcuni casi le quote maggioritarie sono in mano ai familiari. Ma il manovratore è sempre lui.


Il suo lavoro, leggendo la gran quantità di rapporti con aziende fornitrici, era proprio quello di ottenere dei vantaggi illeciti dalla rete di amicizie costruita negli anni.
Sono diversi, come abbiamo visto nella seconda puntata del nostro viaggio, i fornitori che hanno staccato fatture per operazioni inesistenti alle società del gruppo Licata.

A cosa servivano tutte queste fatture a Michele Licata? Perchè il re degli hotel andava da aziende, che tra l’altro non avevano una struttura capace di sostenere quelle prestazioni, per farsi fare fatture poi risultate false?
Servivano anche ad ottenere contributi pubblici. Il più importante imprenditore di Marsala, il re degli hotel, da un patrimonio infinito, ha ottenuto negli anni milioni di euro di contributi pubblici grazie a fatture per operazioni inesistenti.


Il sistema Licata entra nel vivo.

Nel 2007 e nel 2008 le società del gruppo Licata ottengono milioni di euro nell’ambito del Por Sicilia 2000-2006, uno dei piani operativi regionali che servono a sostenere le imprese del Mezzogiorno.
Funziona così: tu azienda chiedi contributi per realizzare un progetto, l’Europa te l’accetta, se segue alcuni parametri, poi l’ente erogatore liquida il contributo una volta presentato il rendiconto delle spese effettivamente sostenute. Bene.


Nel corso del processo che ha visto condannato Licata a quattro anni e mezzo per evasione, truffa e altri reati, è stato accertato - scrivono i giudici - che Licata “aveva trasmesso all’ente gestore il rendiconto dei costi sostenuti allegando numerose delle fatture per operazioni inesistenti di cui era stata accertata la falsità nell’ambito del filone investigativo riguardante le violazioni tributarie”.
Quali sono queste fatture? Quanti soldi pubblici ha ottenuto Licata con l’inganno?

Alla Roof Garden Srl, proprietaria del Baglio Basile, venne concesso ed erogato un contributo di 2 milioni 85 mila euro. A cosa sono serviti? A realizzare “posti letto e servizi annessi (110 camere, due ampi da tennis, un campo da calcetto, due piscine, macchinari), nell’ambito di un programma di ampliamento di una struttura turistico alberghiera a 4 stelle già esistente”. Si tratta, appunto del Baglio Basile che ricade sul territorio di Petrosino.

In particolare è stato scoperto che sono state presentate fatture per centinaia di migliaia di euro per operazioni e lavori inesistenti.
La ditta individuale Fiocca Vito ha emesso 15 fatture, tra il 2007 e il 2008, per un totale di 320 mila euro.
La ISPE di Bongiorno Giacomo ha emesso 17 fatture per 353 mila euro. La PI.CA.M: 12 fatture per 269 mila euro.

Altri fondi pubblici sono stati ottenuti, sempre nello stesso Piano operativo, e sempre con le stesse modalità, dalla Delfino Srl. La società di Licata ha ottenuto 4 milioni 459 mila euro. Il progetto era questo: "Realizzazione di un programma di ampliamento (131 camere, piscina, due campi da tennis, un campo da basket, un campo da calcetto, minigolf, anfiteatro, centro benessere, zona fitness, saune e vasche idromassaggio) con ricettività da Villaggio Albergo 3 stelle a 4 stelle, di una struttura turistico alberghiera già esistente”. Il Delfino Beach Hotel a Marsala.


Tra il 2007 e il 2008 le aziende amiche di Licata gli fanno il favore di emettere in favore della sua società fatture per milioni di euro per opere mai eseguite.


Licata si fa staccare da Fiocca, in un anno, 16 fatture per un totale di 604 mila euro. la Ispe, 34 fatture per 1,3 milioni di euro. La PiCaM, 14 fatture da 457 mila euro. Master Impianti, 24 fatture da 732 mila euro. Sciacca Giuseppe, 20 fatture da 969 mila euro.

 

Il Gup ha evidenziato “l’utilizzo strumentale delle fatture false allo scopo di ottenere indebitamente le somme di denaro oggetto dei finanziamenti pubblici, ostituiva una cicrostanza pienamente ammessa dal Licata”. Era tutta farina del suo sacco. Quando venne interrogato Licata aveva sostenuto che aveva fatto fare “in nero” i lavori di realizzazione delle opere indicate nel progetto, e poi si era fatto fare delle fatture per “compensare” quei lavori. Una soluzione illegale, fatta sulle spalle dei cittadini onesti che pagano le tasse, e che con queste tasse sostengono i programmi di investimento sulle zone disagiate, come la Sicilia, promossi dall’Unione Europea.
Licata ci ha provato anche negli anni successivi, ad ottenere ingenti vantaggi con le fatture false.

Il Piano Operativo in cui sono previste le somme è il PO Fesr Sicilia 2007/2013. Questa tentata truffa venne scoperta dopo il sequestro dei beni, nel 2015.
Vengono ammessi a finanziamenti due progetti. Uno della Roof Garden, per 2,4 milioni di euro, e uno della Rubi Srl, per quasi 3 milioni di euro. Le due società, si dividono la proprietà del Baglio Basile, e sul mega hotel si concentrano i due progetti.


La prima tranche del finanziamento viene erogato, come recita il regolamento, con la presentazione della fidejussione bancaria. Le altre due tranche attraverso la rendicontazione. Licata ha tentato di truffare l’ente erogatore per ottenere il pagamento della seconda tranche. Ha inviato infatti un file excel con l’elenco delle fatture che poi si sono scoperte essere false. Le aziende che le emettevano erano le solite. Fortunatamente, arrivò il sequestro preventivo e l’erogazione della seconda tranche è stata sospesa. Ma ci aveva provato, anche questa volta, Licata.

 

PUNTATE
1 - Così sono cominciati i guai per il re degli hotel di Marsala
2 - Il “modus operandi”, le aziende compiacenti, le fatture false