La Sicilia continua a essere una terra ostica per chi governa gli Enti locali. L’Isola, infatti, secondo l’ultimo report del ministero dell’Interno relativo al fenomeno degli atti intimidatori ad amministratori locali, occupa il primo posto della classifica nazionale con 31 episodi censiti nel solo primo trimestre 2019, seguita dalla Puglia (a quota 16) e da Sardegna e Piemonte (15).
Tra gennaio e marzo, quindi, in Sicilia si sono registrati il doppio degli atti intimidatori individuati nella regione che si trova in seconda posizione. Un dato che rischia di interrompere il trend positivo registrato a fine 2018, quando l’Isola chiuse con 57 episodi censiti a fronte dei 64 registrati l’anno precedente.
In generale, sempre secondo i dati pubblicati dal ministero dell’Interno, il 2018 ha fatto evidenziare una flessione (-9,2%) del fenomeno degli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali su base nazionale con 599 episodi rispetto ai 660 del 2017. Le regioni maggiormente interessate sono state la Sardegna con 78 casi censiti (66 nel 2017), la Lombardia con 73 episodi (96 nel 2017), la Puglia con 65 atti intimidatori registrati (88 nel 2017), la Calabria con 59 episodi (79 nel 2017), la Sicilia a quota 57 (64 nel 2017), la Campania a 47 (52 nel 2017), il Veneto a 38 (47 nel 2017), il Lazio con 25 episodi (31 nel 2017), la Toscana sempre a 25 (10 nel 2017) e la Liguria ferma a 24 (24 nel 2017).