L'assessore regionale Totò Cordaro si sentiva sotto assedio da Paolo Arata. Secondo la procura la coppia Arata-Nicastri per la quale è stato ottenuto il giudizio immediato avrebbe cercato di ottenere favori per incassare finanziamenti della Regione e dell'Ue sugli impianti di energia alternativa.
Paolo Arata aveva provato senza molto successo a pressare Cordaro - assessore regionale al Territorio di una giunta di centrodestra - presentandosi con la qualifica roboante di «responsabile del centrodestra» (non solo della Lega) per l'Energia: sentendosi poi chiedere dall'avvocato dell'Udc a quale centrodestra si riferisse, precisamente.
In procura sono stati sentiti l'assessore Cordaro e il presidente dell'ARS Gianfranco Miccichè: chiamati in causa nelle intercettazioni, ascoltati mentre venivano sollecitati da Arata a sbloccare gli intoppi creati dai dirigenti o dai funzionari regionali, i due esponenti politici hanno spiegato di non avere mai agevolato il faccendiere ex deputato di Forza Italia e consulente della Lega.
Arata era una ossessione, per Cordaro, che trattò sempre con formale distacco. L'assessore ha consegnato gli sms ieri al procuratore aggiunto Paolo Guido e al pm Gianluca De Leo - mentre il presidente dell'Ars ha ribadito quanto aveva già detto alla commissione regionale Antimafia. L'organismo presieduto da Claudio Fava era stato pronto (troppo pronto, secondo chi indaga) ad aprire un'inchiesta parallela, che aveva reso pubbliche le varie posizioni dei non pochi interessati.
Miccichè, stando a quanto emerso dalle captazioni della Dia di Trapani, aveva accolto la richiesta di Alberto Dell'Utri, fratello gemello del più noto Marcello, di mediare per far sì che Arata potesse incontrare un altro assessore regionale, Alberto Pierobon, responsabile dell'Energia.
«Incontro che ci fu prima che io facessi qualsiasi cosa», ha ribadito ieri il coordinatore regionale azzurro. Che ha pure insistito su un altro punto: un altro incontro, con il dirigente regionale Salvatore Cocina e Arata, sarebbe stato casuale, durante una visita fatta dal presidente dell'Ars all'assessorato all'Energia. Cocina aveva parlato però di un faccia a faccia con Arata anche a Palazzo dei Normanni, smentito da Miccichè. Che ha aggiunto di non avere mai saputo che dietro Arata ci fosse Nicastri. Fino a quando un altro assessore regionale, Mimmo Turano (Attività produttive), dopo un incontro ancora all'Ars, stavolta col figlio di Arata, Francesco Paolo (pure lui imputato), gli avrebbe detto di lasciar perdere. Perché l'alcamese Turano aveva appreso chi c'era dietro gli Arata. E pure lui, come Pierobon, sarà sentito nei prossimi giorni.