"Vi è un retrogusto molto amaro. Non vi sono stati soggetti che hanno dall'interno segnalato i fatti nonostante le leggi che consentono l'anonimato, non vi sono state stazioni appaltanti che dovevano controllare che abbiano esercitato questi controllo". Così il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro sulla terza tranche dell'inchiesta 'Buche d'oro' per corruzione all'Anas di Catania su indagini del nucleo Pef della guardia di finanza.
"Non vi è dubbio che al di là della sistematica violazione da parte di tutti i vertici dell'area compartimentale di Catania - aggiunge il procuratore - vi è anche una maggiore responsabilità delle stazioni appaltanti perché, quantomeno, l'anomalia dei ribassi avrebbe dovuto indurre a dei maggiori controlli. Questi episodi hanno fatto in modo che Anas sia intervenuta in maniera decisa: bonificando e azzerando l'area dei vertici dell'area compartimentale di Catania. Li hanno sistematicamente sostituiti con persone che in gran parte vengono da fuori così come noi auspicavamo e che sembrano in grado di poter iniziare un nuovo corso a Catania. Amarezza tanta - ha sottolineato Zuccaro - ma la constatazione che c'è la volontà di cambiare".
"Il Paese - ha osservato il procuratore di Catania - non può più tollerare questa sistematica spoliazione delle poche risorse pubbliche per avere dei lavori che non soltanto sono fatti male, ma che espongono al rischio la sicurezza degli utenti".
Ansa