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27/01/2020 04:00:00

41 anni fa l'uccisione di Mario Francese. Intuì l'evoluzione della mafia

 Mario Francese, il giornalista ucciso dalla mafia il 26 gennaio di 41 anni fa aveva intuito anzitempo l'evoluzione di Cosa nostra. 

Raccontava dell’ascesa dei “corleonesi” Liggio, Riina, Provenzano, Bagarella, e della caduta dei “palermitani” Cavatajo, La Barbera, Torretta e tanti altri.

Ma Francese non parlava mai di un cambio della guardia e di discontinuità, ma quel cambiamento lo descriveva semplicemente con la parola “evoluzione”.

Le sue inchieste ancora oggi sono quasi una mappa per orientarsi in una Palermo che vive un altro passaggio epocale: i corleonesi sono stati sconfitti dopo le stragi del 1992 e ora sono tornati i “palermitani”, i perdenti di un tempo.  Con il loro ritorno sta ritornando il grande business della droga, quello che Mario Francese, descriveva nella sua inchiesta sulla mafia, rimasta in un cassetto e pubblicata solo dopo la sua morte. Francese metteva insieme tanti tasselli, ricostruiva la mappa delle presenze di mafiosi sorpresi in giro per l’Italia con partite di droga.

Ora l’affare principale della nuova mafia è tornato ad essere quello della droga. E non è un ritorno al passato ma quella evoluzione di cui parlava il cronista. I trafficati oggi utilizzano sistemi sempre più tecnologici per comunicare e pagare i trafficanti colombiani.