15 novembre 2019, Casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere, sono le ore 9.35.
Paolo Ruggirello è agli arresti da otto mesi. E’ accusato di essere organico a cosa nostra. Che la sua carriera politica degli ultimi anni sia macchiata da frequentazioni pericolose. Che utilizzava il suo ruolo di deputato regionale per “sistemare cose”, ottenere vie preferenziali con le sue cooperative. E’ accusato di aver avuto rapporti molto stretti con i mafiosi, così stretti da affidarsi a loro per le campagne elettorali e per cercare candidati “validi” da mettere in lista.
Ruggirello arriva all’appuntamento del 15 novembre stanco. Ha alle spalle mesi di detenzione, l’indagine si sta chiudendo, e ora parla lui. E’ il suo ultimo interrogatorio. Ad ascoltarlo c’è il sostituto procuratore Gianluca De Leo. Accanto all’ex deputato regionale trapanese gli avvocati Vito Galluffo e Carlo Taormina.
LE MINACCE E LO STALKER
Un mantra, “mai stato con la mafia”. Paolo Ruggirello lo ripete spesso nell’interrogatorio, ad ogni episodio che gli viene posto davanti. Racconta della sua attività politica, e degli effetti collaterali che questa avrebbe portato. “Sono sempre stato lontano da ambienti mafiosi e non ho mai avuto a che fare con situazioni che mi potessero portare ad essere, diciamo così, sotto pressione”. Poi racconta un episodio: “Ho subito minacce, lettere minatorie, proiettili mandati anche in busta quando ero all'Ars, tutti denunciati, tutti dichiarati”.Ruggirello nel suo ultimo interrogatorio racconta anche del suo stalker. “Mi mandava mail, inveiva contro la mia famiglia, scriveva che le avrebbe stuprate, c'è un processo in corso”. Rilancia così l’ex deputato regionale, dice che non ha mai avuto a che fare con i boss, con i tanti nomi emersi nell’inchiesta antimafia Scrigno.
L'AIUTO A MARGHERITA ASTA
L'ex deputato regionale in carcere con l'accusa di essere organico a cosa nostra ha raccontato ai Pm di aver anche aiutato Margherita Asta, la cui madre e i fratellini sono rimasti uccisi nell'attentato mafioso di Pizzolungo ai danni del giudice Carlo Palermo. In che senso l'ha aiutata?. Ruggirello racconta che Margherita Asta era stata assunta dalla Regione Siciliana grazie alle normative a sostegno delle vittime di mafia. “Poi si è fidanzata e si doveva sposare con una persona che viveva nel Bresciano”. “L'ho aiutata, si è rivolta a me, tramite un'amica, per avere il nulla osta da parte del direttore del personale della Regione, con cui sono andato a parlare, per il raggiungimento del proprio congiunto”. Ruggirello spiega che non ha mai fatto parte di trame criminali, e, secondo il suo racconto, lo testimonia l'aiuto che avrebbe dato a Margherita D'Asta per permetterle di trasferirsi in Lombardia dal marito.
L'INCONTRO CON VIRGA
Ma le carte le intercettazioni raccontano altro. Raccontano di un patto che ci sarebbe stato tra lui e il clan mafioso trapanese guidato dai fratelli Virga. Un patto per le elezioni regionali del 2017. Un patto chiuso in un incontro. Una trappola, un'imboscata, è per Ruggirello quell'incontro avvenuto con Pietro Virga. Incontro sul quale si basa un capitolo importante dell'inchiesta, quello sulla compravendita di voti. Ruggirello è accusato di aver stretto un patto con la famiglia mafiosa trapanese per avere il sostegno elettorale, in cambio di 50 mila euro. Ruggirello racconta che quell'incontro c'è stato, che si è parlato di denaro, ma che si è trattata di una sorta di imboscata, che non sapeva che doveva incontrare Pietro Virga per un patto sulle elezioni regionali, e che ha detto “sì'” al patto solo per finire presto la discussione e andare via. “Sono stato preso un giorno da Carmelo Salerno…(una delle persone arrestate nell’inchiesta Scrigno, ndr) che mi dice che dobbiamo incontrare Pietro Cusenza”. All'incontro Cusenza non era solo. “Era accompagnato da un altro che io solo in quel momento apprendo di essere Virga, che non conoscevo. Mi invitano a parlare di questa situazione. Mi richiede da un punto di vista diciamo elettorale dei soldi. Io ovviamente non do seguito perchè già a me quando mi chiedono cortesie economiche la situazione mi fa un pochettino andare su di giri. Quindi non vedevo l'ora che finisse la conversazione per quanto mi riguardava non avevo chiesto al Salerno, non avevo chiesto a nessuno di fare degli incontri del genere quindi mi sarei aspettato un comportamento diverso”. Ruggirello aveva capito chi fosse Virga “però non potevo scappare”. Virga gli chiede 50 mila euro per mille voti. “Li ho presi in giro – continua l'ex deputato regionale – nel senso che dico 'va bene' ma non vedevo l'ora di uscirmene fuori da quella situazione e da quel posto”. Ruggirello rimprovera Salerno “queste imboscare non me ne devi creare”. E alla fine ha dato dei soldi? “No, non ho mai consegnato denaro a nessuno”.
Non ha mai accettato, sostiene Ruggirello. Non ha mai avuto a che fare con la mafia, e ha aiutato una vittima della ferocia mafiosa, è la sua difesa. Ruggirello, racconta altri fatti, però, che riguardano la sua attività politica, e che riguardano anche Marsala. Ne parliamo domani…