L’emergenza da Coronavirus ha distolto i riflettori dal problema della chiusura del punto nascite di Pantelleria presso l’ospedale Nagar.
Le gestanti dell’isola dovranno, in questo periodo di emergenza, lasciare il proprio domicilio e partorire in altro ospedale da sole, senza la presenza di alcun familiare.
Marta, una partoriente, ha scritto una lettera sul giornale isolano, è alla sua trentasettesima settimana partorirà lontano da Pantelleria con un carico di preoccupazioni che riguardano la fase delicata del parto e post nascita.
Sulla questione del punto nascite è intervenuto Fausto Raciti, parlamentare nazionale del Pd: “Ancora una volta a Pantelleria si torna a parlare della chiusura del punto nascita, che aggrava la condizione già disagiata delle isole minori. Seguiremo insieme al Circolo del Pd di Pantelleria l’evolversi della vicenda, mettendo in campo tutte le soluzioni affinché ne venga scongiurata la chiusura che costringerebbe le donne dell'isola a trasferirsi per gli ultimi mesi di gravidanza".
La paura del contagio, il parto imminente e lo stress condiziona molto gli ultimi mesi di gravidanza di queste donne che hanno scritto e firmato, insieme ad altri, una petizione per scongiurare la chiusura del punto nascite.
Claudio Fava, deputato regionale, spinge per l’approvazione di una finanziaria di emergenza che dia risposte: “A partire dalla riapertura dei punti nascita nelle isole minori e nelle aree interne per evitare inutili rischi dovuti agli spostamenti delle partorienti e da interventi per tutelare la salute nei call center della regione”.
Per comprendere meglio il perché delle chiusure dei punti nascita bisogna sottolineare che la soglia dei parti è di 500 insieme alla presenza di ginecologi h 24 congiuntamente a pediatri neonatologi e ostetriche, la presenza a corto raggio di un servizio di terapia intensiva neonatale e subintensiva per le madri.
Se il personale non c’è e vengono meno anche gli strumenti di diagnostica ecco che la vita sia della donna che del bambino vengono messe a rischio, per questo i punti nascita con queste criticità sono costretti alla chiusura.
E’ necessario l’intervento della politica, le partorienti di Pantelleria non hanno un altro ospedale dietro l’angolo e il periodo di emergenza da Covid19 impone delle restrizioni alla mobilità, bisognerebbe garantire gli standard strutturali e di personale per consentire a queste donne di partorire sull’isola, a sua volta le gestanti dovranno pur capire che un punto nascita sotto la soglia dei 500 parti annui, limite che è stato già derogato a seconda delle aree geografiche e per densità di popolazione, è un punto nascite che non è allenato ad eventuali complicazioni da parto, si potrebbe tentare con la rotazione delle equipe di altri ospedali della provincia. Ecco perché la politica deve intervenire indicando una strada, l’unica al momento percorribile.