22,50 - Finalmente si è sbloccata a Villa San Giovanni la situazione che impediva a Gianna Simonte e al marito Giuseppe Morana di imbarcarsi per la Sicilia e fare ritorno nella loro casa di Marsala (potete leggere qui), dopo che sono sbarcati dalla Costa Pacifica assieme ad una altra persona che con loro compone il trio canoro "Cosatinta" che ha lavorato per sei mesi sulla nave da crociera che si trovava in Brasile.
E' la stessa Simonte ad annunciarlo sul suo profio facebook: "STIAMO TORNANDO A CASA!! Grazie di vero cuore a tutti, uno ad uno. Prometto che risponderemo a tutti, uno ad uno, ma siamo distrutti, proviamo a dormire un po’ facendo strada verso CASA”.
16,00 - "Siamo senza cibo, acqua, servizi essenziali, riscaldamento ormai da 24 ore. Neanche le bestie si trattano così. Per la prima volta nella nostra vita ci stiamo vergognando di essere italiani".
Il loro rientro in Sicilia è diventato una odissea.
Da 26 ore, Gianna Simonte e il marito Giuseppe Morana – lei di Valderice, lui di Marsala – sono fermi a Villa San Giovanni. Da lì non si passa. L’Isola è chiusa.
“Siamo allo stremo – dice Gianna – ci hanno lasciati all’addiaccio, non abbiamo né acqua né cibo e per andare in bagno dobbiamo pagare. Il nostro non è uno spostamento da un comune all’altro. Veniamo dal mare, il nostro è un rimpatrio”.
Gianna e Giuseppe sono sbarcati dalla nave da crociera Costa Pacifica dove hanno lavorato per sei mesi. Scaduto il contratto, il rientro a casa. La polizia ferroviaria ha permesso alla coppia di partire, in treno, da Roma, con l’autocertificazione. Giunti in Calabria marito e moglie, però, sono rimasti bloccati, assieme ad altre persone. “Siamo partiti sani – afferma Gianna – e ora rischiamo di ammalarci, qui ci sono sei gradi. Nessuno ci dice niente, non sappiamo cosa ci aspetterà nelle prossime ore, sappiamo solo che così non possiamo reggere”.
07,00 - In viaggio verso Marsala, bloccata per ore al freddo e senza protezione alla stazione di Villa San Giovanni, sullo stretto di Messina.
«È una situazione surreale. Io e mio marito siamo sbarcati dalla nave da crociera Costa Pacifica, dove abbiamo lavorato per sei mesi, e stiamo cercando di raggiungere la nostra casa in Sicilia. La polizia ferroviaria ci ha permesso di partire da Roma con la nostra autocertificazione, ma in Calabria siamo stati bloccati perché la Sicilia è chiusa». È il racconto disperato di Gianna che, con il marito, un collega della Costa Crociere, e altre dieci persone, è ferma dalle 14 in una saletta della stazione di Villa San Giovanni. «Da ore siamo al freddo, ammassati in uno spazio ristretto, senza alcun rispetto delle distanze di sicurezza o dispositivo per proteggerci. Hanno chiuso anche i bagni fino a domani mattina. Siamo partiti sani e rischiamo di arrivare ammalati. Noi vogliamo soltanto raggiungere la nostra unica casa, non abbiamo altri posti dove andare», dice all'ANSA Gianna.
Le tredici persone sono state denunciate per non avere rispettato il decreto che impedisce gli spostamenti sul territorio nazionale.
La situazione, almeno in parte, sembrerebbe calmarsi. E' la governatrice Iole Santelli a dirlo: «Si risolve parzialmente con l'imbarco di donne, alcune in gravidanza, bambini e persone anziane la situazione di Villa San Giovanni. Sono lieta che, dopo un pomeriggio di interventi con il Ministro dell'Interno Luciana Lamorgese e il collega della Regione Siciliana, Nello Musumeci, si sia arrivati alla messa in sicurezza delle persone più fragili».
Alle altre persone rimaste nella saletta della Stazione di Villa San Giovanni, sarebbero state prospettate due possibilità: trasferirsi subito in un hotel dover rimanere 14 giorni in autoisolamento o trascorrere tutta la notte nella saletta in attesa delle decisioni delle autorità.