600 euro a tutti anche a chi lavora in nero. È il provvedimento sul quale sta lavorando il governo Conte per far fronte ad situazione che nel Paese rischia di diventare esplosiva.
Milioni di italiani, soprattutto al Sud del Paese, rischiano seriamente di rimanere senza nessun mezzo di sussistenza. I lavoratori in nero, per esempio. O tutti quelli che per varie ragioni non rientrano nelle maglie del Reddito di cittadinanza. Per questo, con il decreto di aprile, il governo potrebbe erogare una sorta di «reddito di emergenza», simile al reddito di ultima istanza di 600 euro inserito nel decreto di marzo per i professionisti.
L'idea sarebbe quella di istituire una sezione ad hoc del Reddito di cittadinanza. L'altra strada sarebbe agganciare la misura all'articolo 44 del decreto Cura Italia nel comma che eroga i 600 euro ai professionisti allargandolo a chi è escluso.
I nodi da sciogliere non sono comunque pochi. Innanzitutto la platea. A chi andrebbe il reddito di emergenza? Si ragiona su diverse ipotesi. La prima prevede di erogarlo a chiunque avesse un qualche reddito lo scorso anno e adesso lo ha perso, si tratti sia di Naspi, di pensione, di cassa integrazione, di uno stipendio. Ma in questo modo si lascerebbe fuori chi ha lavorato sempre e totalmente in nero. Le maglie, insomma, potrebbero essere ulteriormente allargate. Potrebbero cadere persino alcuni requisiti patrimoniali, come quello delle seconde case. L'ipotesi che per adesso circola sarebbe quella di coprire una platea di circa 3 milioni di persone.
Di quanto sarà l'importo? Anche questo punto è ancora in discussione. Il Movimento spinge per equipararlo al Reddito. Dunque 500 euro più altri 280 nel caso si viva in affitto. Al Tesoro ci sarebbe una linea più prudente per fermalo a 600 euro, lo stesso assegno riconosciuto per ora ai professionisti e artigiani.
Il terzo punto è come erogare l'assegno. Quello dei tempi è un tema centrale. Una volta stabilita la platea e l'assegno, i soldi dovranno arrivare in pochi giorni ai beneficiari. L'idea per adesso sarebbe quella di utilizzare il canale dell'Inps. Ovviamente semplificando di molto le pratiche. Per accedere al Reddito di emergenza dovrebbe bastare una semplice autocertificazione di non avere altri mezzi di sussistenza. I controlli ci sarebbero solo in seguito. L'Inps comunque sarebbe in grado di incrociare nelle sue banche dati se i richiedenti già ricevono altri sussidi o pensioni a carico dello Stato.
Il pagamento potrebbe avvenire tramite la carta de l reddito di cittadinanza, anche per limitare gli acquisti ai beni alimentari e di prima necessità. Ma la preoccupazione è che la procedura di distrubuzione delle tessere possa essere lunga. L'altra ipotesi è di accreditare i soldi direttamente sui conti dei beneficiari, ma il problema è che probabilmente in molti non dispongono di un conto corrente.
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