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07/04/2020 07:00:00

Dopo l'emergenza Covid dobbiamo ripensare al nostro stile di vita

 Di Rossana Titone - Lo ripetiamo da settimane, torneremo alla normalità.
In verità quella normalità non era la nostra, era un frullatore impazzito in cui ognuno raccontava la sua storia senza avere tempo per gli altri.  Distratti. Indomiti. Pieni di noi. Supereroi.


Quella normalità non sarà più la nostra. Menomale.
Il vero problema è: quando ne usciremo e come?
Se c’è un percorso interiore per ognuno di noi c’è anche un percorso che la società sta facendo, cambiando non solo le priorità ma riconoscendo l’arte dello stare a casa.


Le attività sono chiuse, per molte di loro sarà difficile risalire la china. Mesi di chiusura, mancati guadagni, merce invenduta, affitti che corrono, fornitori da pagare, investimenti che crollano insieme ai sogni.
E’ il tempo della riflessione anche per questo.
Arriverà il momento in cui si tireranno su le saracinesche ma qualcosa dovrà cambiare. I ristoranti e i bar non avranno più quell’afflusso di un tempo, ci si guarderà bene a condurre lo stile di vita: distanziato, evitando spazi affollati, risparmiando.


Ci vorrà una rimodulazione dei prezzi al ribasso per invogliare le famiglie a godersi una pizza fuori, a cenare con una brioche con gelato, per mangiare della tavola calda.


Questo tempo di quarantena ha visto i supermercati, quasi tutti, non fare offerte, prezzi lievitati. Mi sono chiesta, mentre i Comuni si ammazzavano la vita a consegnare cibo ai fragili, dove fossero le associazioni a difesa dei consumatori? Nessuno si è accorto? Impossibile, lo ha denunciato la stampa, i cittadini.


Nessuno, semmai, ha fatto nulla per riuscire a fermare questa situazione.
Ci sarà da riflettere. Ora. Subito.
Intervenire. Immediatamente.
Una comunità ha il diritto e il dovere di stringersi nei momenti di bisogno, di difficoltà e di spingere verso la luce.
Il tunnel si attraversa insieme, senza speculazione.


Ecco perché quando ci riapproprieremo della libertà dovremo godere di una pizza con gli amici, di una cena, aiutando i ristoratori ma quest’ultimi dovranno invogliare la gente a lasciare la propria casa e a mettere in circolo il danaro: via alcuni costi come il coperto, via un rincaro sui piatti che è paradossale.


Stessa cosa per i bar, i pub, i locali in genere.
Se riusciremo a mettere insieme le forze ne usciremo tutti, piano piano, e sarà bello sedersi al ristorante, al bar per un aperitivo.

Rimodulare lo stile di vita è necessario.
In tempo di emergenza le mani si stringono, si mettono insieme per costruire la casa di tutti e non pensare al proprio tetto. Senza pilastri cadrà.