Con l'emergenza coronavirus si riprende il comparto agricolo dei limoni siciliani. C'è un improvviso aumento della domanda, pari al 30%, e il prezzo è aumentato di 80-90 centesimi al chilo.
Sono i dati che evidenzia la Coldiretti regionale, dovuti al boom di richieste da parte dei consumatori e ad una produzione insufficiente a livello mondiale, che ha fatto crescere il costo dell'agrume.
Come si spiega l'impennata dei prezzi dei limoni con la pandemia di coronavirus? La spiegazione è data dal fatto che il limone è utilizzato come disinfettante naturale. In Turchia, ad esempio è utilizzato nella produzione di prodotti sterilizzanti a base alcolica, e le esportazioni sono sottoposte a controllo preventivo come le mascherine e i ventilatori polmonari e al materiale sanitario.
La Spagna è il primo produttore di limoni dell'Ue, e anche lì dove la domanda è aumentata enormemente la produzione è risultata limitata e i prezzi sono aumentati.
Il nostro Paese è il secondo produttore europeo dopo il Paese iberico, con una superficie coltivata di poco più di 25 mila ettari dalla quale si sono ottenuti circa 3,8 milioni di quintali nel 2019: una produzione che non è sufficiente a soddisfare i consumi nazionali con 1,2 milioni di quintali di importazioni e 0,48 milioni di quintali di export.
La Sicilia è la prima Regione italiana dove si produce più dell'87 per cento del raccolto italiano - circa 3,5 milioni di quintali in 22 mila ettari poi seguono Campania e Basilicata.