Agricoltura, agroalimentare, pesca e agriturismo sono in crisi lo ha confermato il Governo Musumeci che ha detto che il canale Horeca, tra hotel, ristoranti e catering e mense scolastiche e universitarie è crollato con la chusura dovuta ad agriturismi, enoturismi, mercati storici e rionali, nonché di quelli dell'agricoltore e del pescatore.
Bloccata anche la filiera alimentare, ma anche il ridotto funzionamento dei servizi di logistica, soprattutto internazionali, che ha già messo in difficoltà le imprese.
Il florovivaismo ha registrato il crollo totale delle commesse e del fatturato, anche a causa della chiusura di negozi e mercati e della sospensione delle cerimonie civili e religiose. «Con questo atto - ha affermato l'assessore per l'Agricoltura, Edy Bandiera - intendiamo manifestare, chiaramente, dinanzi a quale catastrofe di carattere economico ed occupazionale ci troviamo e chiedere un'immediata accelerazione dei provvedimenti a sostegno dei settori duramente colpiti. Occorre limitare, con tempestività, gli impatti negativi economici, sociali e ambientali del tessuto produttivo siciliano, fatto per l'80 per cento da piccole e medie imprese, oggi falciato dalla chiusura del canale Horeca, degli agriturismi, enoturismi e delle frontiere, che rappresentano la parte più considerevole del sistema produttivo agricolo siciliano». Secondo i segretari generali di Uila, Uila Pesca e Filbi-Uila Sicilia, Nino Marino, Tommaso Macaddino ed Enzo Savarino «la dichiarazione di stato di crisi per agricoltura e pesca in Sicilia è un atto tanto dovuto quanto apprezzato. I lavoratori, tra difficoltà e rischi enormemente accresciuti dall'emergenza in corso, stanno assicurando alle nostre comunità una produzione essenziale.