E' una storia ideale per il giorno di Pasqua, di questa strana Pasqua, la storia di Luca, un giovane di Bologna, che si chiama come il paziente "zero" del coronavirus in Italia, ha la sua stessa età, 38 anni, e lo stesso giorno in cui a fine Febbraio scoppiava l'epidemia in Italia ha avuto un terribile incidente stradale, e si è preso anche il coronavirus.
La storia è raccontata oggi su Repubblica dal suocero, in una lettera pubblicata nella rubrica di Concita De Gregorio.
Ecco la lettera:
"Il 21 febbraio un giovanottone di 38 anni, di nome Luca, è stato ricoverato in ospedale a Codogno, paziente zero, primo contagiato italiano di Covid 19. Quello stesso giorno, intorno alle 21, un altro Luca, mio genero, anche lui 38 anni (quando si dice il caso) è investito da un'auto, nel centro di Bologna, mentre, in motorino, va al ristorante che gestisce con altri soci. Impatto durissimo, Luca viene sbalzato via, vola sul selciato e rimane lì privo di sensi. Un passante (un medico) si rende conto della gravità della situazione chiama il 118 è nel frattempo gli pratica una manovra di assestamento della testa per evitargli il soffocamento da parte della lingua".
"Luca viene ricoverato e subito intubato perché i suoi polmoni sono fuori uso, è in coma farmacologico, con la gabbia toracica a pezzi, è tenuto in vita solo dal respiratore automatico. La dottoressa che lo prende in carico al pronto soccorso ci dice di prepararci al peggio. Luca è in rianimazione dove, per qualche ora al giorno, riusciamo ad avvicinarci a lui".
"Nei giorni successivi dilaga l'epidemia e anche Luca viene sottoposto al tampone. Dopo alcune ore il referto: positivo al coronavirus. La trepidazione diventa disperazione assoluta. Luca viene messo in isolamento e noi tutti in quarantena precauzionale. I medici del reparto ci ragguagliano per telefono: la febbre è altalenante come le infezioni batterica e virale. A due settimane dall'incidente qualche miglioramento: la sedazione viene gradualmente ridotta, Luca ha ancora bisogno di aiuto per respirare, si passa alla tracheotomia".
"Finalmente la febbre scompare e le analisi danno segnali incoraggianti. A un mese dall'incidente le nostre speranze si rafforzano: Luca è sempre più cosciente, reagisce agli stimoli ed è sempre più autonomo dal supporto respiratorio. Viene trasferito in un altro ospedale perché in terapia intensiva bisogna far posto ad altri e Luca è ormai ritenuto fuori pericolo".
"Nei giorni successivi viene sottoposto a due tamponi di verifica a distanza di 24 ore: entrambi negativi. Dopo 42 giorni di degenza Luca è guarito e viene dimesso: è smagrito ma lucidissimo e vuole riprendersi la sua vita. Noi tutti siamo con lui. Non so se i miracoli esistono, in ogni caso ci siamo andati molto vicino e in epoca di coronavirus non è poco. Un alleluia per tutti”.