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14/04/2020 09:56:00

Italia, coronavirus: cosa c'è da sapere sulla "fase 2". Cosa potremo fare e quando

Per gestire le riaperture l’esecutivo si è affidato a una nuova task force di 17 esperti guidata da Vittorio Colao, ex numero uno di Vodafone e Rcs. Tra le prime misure al vaglio un’app per sostituire l’autocertificazione cartacea e per tracciare i positivi al coronavirus. Nella prima riunione operativa, che si terrà oggi alle 16, verranno costituiti cinque gruppi di lavoro: attività produttive, socialità, mobilità, innovazione tecnologica, sanità. Per la riapertura di industrie e uffici «c’è l’idea di scaglionare gli orari di ingresso e di uscita. Non solo per evitare assembramenti davanti a fabbriche e uffici, ma anche per alleggerire il carico dei mezzi pubblici, che rischiano di essere il vero anello debole della fase due» scrive il Corriere.

I tempi di avvio della fase 2 sono scaglionati: «La data chiave è il 4 maggio, ma tra lunedì 20, 27 aprile e la settimana successiva si valuterà di riaprire, con i protocolli, i settori produttivi più esposti alla concorrenza estera che se dovessero rimanere chiusi verrebbero tagliati fuori dal mercato» dice Il Messaggero. Bar e ristoranti potrebbero riaprire il 18 maggio, probabilmente solo su prenotazione. Il campionato di calcio dovrebbe ripartire il 31 di maggio ma a porte chiuse. A Natale si tornerà al cinema e a teatro. A marzo 2021 anche in discoteca e allo stadio. 

Da oggi è prevista la riapertura dei magazzini delle aziende. Il via libera riguarda flussi in entrata e in uscita. Sono circa 400mila i container che verranno sbloccati.

Nonostante l’ultimo decreto del presidente del consiglio preveda da oggi la riapertura di librerie e cartolerie, la Regioni hanno deciso di muoversi in ordine sparso. Lombardia, Piemonte e Campania hanno imposto la chiusura fino al 3 maggio. Il Lazio ha stabilito che le librerie riapriranno solo lunedì prossimo, il 20 aprile, per dare il tempo di adottare le misure di sicurezza. 

Il presidente del Veneto Luca Zaia ha annunciato un lockdown soft. L’ordinanza, in vigore da oggi fino al 3 maggio, abolisce i 200 metri di distanza massima dalla propria abitazione per sgranchirsi le gambe e fare jogging, consente le grigliate del 25 aprile e del 1° maggio ma solo nelle proprietà private e con il proprio nucleo familiare («ciò esclude la provenienza dall’esterno di parenti, amici, inquilini o quant’altri») e prevede l’apertura delle librerie due giorni a settimana. Impone poi l’obbligo di uscire di casa con mascherine e guanti o, in alternativa, con il gel disinfettante, e aumenta la distanza di sicurezza nelle file per entrare al supermercato passa da uno a due metri. «Quanto sono preoccupato da zero a dieci? Otto. Questa è una fase di transizione ma l’emergenza non è finita», ha detto il governatore leghista.

In Liguria, il governatore Giovanni Toti ha firmato un’ordinanza per autorizzare la ripresa dei lavori di giardinaggio, anche in orti e frutteti, e di piccola edilizia. Con questo provvedimento ci si prepara anche alla riapertura delle spiagge perché si dà il via libera alla manutenzione degli stabilimenti balneari e dei chioschi. Riaprono anche i cantieri nautici.

In Lombardia aprono solo i negozi di articoli per neonati e bambini e i mercati al coperto purché rispettino le stesse regole dei supermercati.

In Trentino negozi per l’infanzia e librerie restano chiusi, ma riaprono attività produttive nei cantieri, stradali ed edili a patto che sui luoghi di lavoro siano garantiti i termoscan e le mascherine. Sì, agli spostamenti nel territorio della provincia per incontrare compagni o figli.

L’Emilia-Romagna spera di riaprire tutto prima del 3 maggio tranne che nei Comuni che sono ancora zona rossa. Bonaccini al momento deve fare i conti con una perdita di 4-5 miliardi del Pil regionale.


In Campania i negozi di vestiti per bimbi potranno aprire solo il martedì e il venerdì, dalle 8 alle 14, ma resta vietata la consegna di cibo a domicilio.

«Quest’estate si va al mare». Lo ha detto il sottosegretario del Mibact Lorenza Bonaccorsi. Il ministero del Turismo sta studiando un piano per mandare gli italiani in vacanza. Al momento si pensa a ombrelloni e asciugamani a distanza di sicurezza, posate monouso per i ristoranti, e a un incentivo da 300 euro a famiglia. Lorenza Bonaccorsi l’ha chiamato «bonus patriottico» perché destinato solo a chi sceglierà località italiane. Lo scopo è quello di salvare i 4,2 milioni di addetti impiegati dal turismo. Spiega però Alessandro Trocino sul CdS: «Non è detto che agli stabilimenti convenga aprire se le condizioni saranno draconiane. E non è detto che gli italiani avranno voglia di tornare alla spiaggia preferita, se prendere il sole e fare il bagno diventerà una tortura, con tanto di controlli polizieschi»
Si calcola che in tutta Italia mancheranno quest’estate 25 milioni di stranieri.