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26/04/2020 06:00:00

Marsala, Leo Giacalone: "Contro la crisi un ammortizzatore sociale uguale per tutti e una burocrazia ridotta"

Leonardo Giacalone, ex vicesindaco di Marsala, consulente del lavoro e presidente dell’ordine provinciale dei consulenti. La vostra è una delle categorie oggi più esposte allo stress, nel senso che in un momento così caotico, siete alle prese con norme, molto confuse, in contraddizione e tante circolari, riguardo alle misure di aiuto ai lavoratori, è così?

Sì, dico in questi giorni che se non moriremo di Covid, moriremo di infarto o di altre malattie cardiache. Abbiamo a che fare con una mole di adempimenti complicatissimi e non solo per come sono stati scritti, ma come, burocraticamente, sono stati disegnati. Lavoriamo h24, i nostri dipendenti lavorano da casa, molti, grazie alla tecnologia e restando a casa continuiamo a lavorare.

Giacalone, per quel che riguarda la cassa integrazione la Regione ha inviato molto tardi le pratiche all’Inps.

Sì, hanno iniziato anche se molto tardi. Il problema è stato che la norma è stata scritta in un certo modo, era previsto l’accordo sindacale prima, e quindi si è dovuto fare l’accordo sindacale con la Regione e le parti sociali. I sindacati hanno voluto e preteso, ma lo prevede già la norma nazionale, che per le aziende con più di 5 impiegati ci sia una consultazione sindacale e questo ha contribuito a dilatare i tempi. Dopo di che la Regione doveva creare una piattaforma in cui ricevere queste domande, perché così è stata scritta la norma: prima l’accordo sindacale, poi la presentazione della domanda, poi l’approvazione di un decreto e quindi migliaia di decreti da parte della Regione, questo va all’INPS e non finisce lì, perché a quel punto l’istituto di previdenza ci chiede a noi consulenti l’invio degli elenchi dei lavoratori con le coordinare bancarie per poter fare il pagamento. Questo è per la cassa in deroga, poi c’è la cassa integrazione ordinaria, quella agricola, quella del commercio e l’assegno ordinario. L’Inps con un afflusso enorme, devo dire che ha iniziato già a pagare, e molte aziende hanno già pagato i dipendenti. Non mi sento di dare grande colpa alla Regione per i ritardi, non ci sono grandi differenze con le altre regioni.

E' possibile che le misure vengano prorogate possibilmente per altri due mesi?

Vedremo con il famoso decreto di aprile. Per ora sono nove settimane. Probabilmente sarà prorogata, analizzeremo questa assieme a tutti gli altri strumenti, perché non basta solo la cassa integrazione e bisognerà verificare la liquidità.

Mancano i soldi?

Sì, le banche non stanno dando la migliore performance possibile, da quello che mi dicono i clienti.

C’è qualcosa che non è stato fatto e si poteva fare?

Ma, quello che abbiamo detto noi, quello di utilizzare un unico ammortizzatore sociale uguale per tutti e una burocrazia ridotta. Ora vediamo se il Governo ci ascolta, abbiamo inviato una serie di consigli all’esecutivo. Abbiamo suggerito, nel caso delle attività chiuse, che bastava che le aziende mandassero gli elenchi dei lavorati con l’Iban all’Inps che ha già tutti i dati. Non si è voluto fare così, ma devo dire che già l’Inps da qualche settimana ha iniziato a pagare i lavoratori. L’Istituto sta facendo un lavoro enorme. Nella nostra provincia, in particolare, sta facendo delle performance importanti. Le casse integrazioni, quasi tutte, quelle ordinarie sono state quasi tutte approvate, è stanno già pagando i dipendenti. E’ un momento particolare per tutti, anche noi abbiamo avuto difficoltà a gestire i rapporti di lavoro con i nostri dipendenti e i clienti. Ci siamo dovuti tutti adeguare e abbiamo imparato, secondo me, anche un modo diverso di lavorare che ci servirà anche nel futuro.

Leo Giacalone, a cassa integrazione finita e passato il Coronavirus, quante aziende saranno costrette a licenziare?

Questo lo vedremo, finita l’emergenza sanitaria sicuramente non finirà quella economica. Molte aziende, quelle che già erano in difficoltà, ad esempio, senza una liquidità necessaria, avranno bisogno di sostegno. Noi stiamo prevedendo che la difficoltà dei professionisti potrà durare fino a tutto il 2021, e stiamo vedendo come poter aiutare i nostri colleghi per questo lungo periodo e lo stesso dovrà fare lo Stato, con tutta una serie di provvedimenti, anche se sappiamo che con le difficoltà e le poche risorse, dare il contributo a fondo perduto sarà praticamente impossibile. Sarà più probabile un aiuto finanziario che di tipo economico.