Domenico Venuti, Sindaco di Salemi, vedete la fine del tunnel riguardo all’emergenza Coronavirus?
Dopo la fase complicata che abbiamo avuto, i dati che continuano ad arrivare in queste ore sono incoraggianti e vanno incrociati con lo screening straordinario che l’ASP sta facendo e i cui risultato fino ad ora sono negativi. Ci avviamo così verso una fase di normalizzazione.
Sindaco Venuti, cosa ha significato vedere la sua città chiusa sia all’esterno che all’interno?
Da un lato certamente è stato brutto, dall’altro ha significato un’altissima attenzione delle istituzioni verso qualcosa che poteva degenerare e quindi anche tanta protezione. L’impressione c’è stata, ma tutto questo ha reso dei risultati. Salemi si ritrova oggi, dopo la fase di stabilizzazione, in una situazione molto più fiduciosa, con altre due persone ad esempio che sono state dimesse da Custonaci dove si trovavano ricoverati per la fase finale della malattia. Iniziano dunque ad arrivare dati positivi circa la salute dei pazienti contagiati, tranne di un paziente che, purtroppo, è scomparso. Tutto questo dà una buona dose di fiducia, ma anche di responsabilità, perché è chiaro che non è finito tutto. Questo va detto e continuerò a dirlo ai miei concittadini, il virus non si è fermato.
Come è stato il comportamento della comunità di Salemi. Sembra, guardano Salemi e le altre città siciliane, che la Sicilia abbia sovvertito un luogo comune che ci vuole improvvisatori e non rispettosi delle regole. E’ stato così anche a Salemi?
Assolutamente sì, a parte le eccezioni del caso, devo dire che la stragrande maggioranza dei cittadini non solo ha compreso, ma ha avuto un atto di generosità nei confronti di tutti, perché hanno capito che Salemi avrebbe potuto rappresentare un problema per il territorio. Davvero encomiabile il senso di responsabilità dei miei concittadini che ringrazio, perché, grazie a loro, si è riusciti ad attuare il contenimento che abbiamo avuto.
Domenico Veniti, l’emergenza sanitaria come sappiamo si trascina dietro anche quella economica. In che modo Salemi sta affrontando questa crisi?
Abbiamo utilizzato i buoni spesa per le famiglie che si trovano in difficoltà. Stiamo utilizzando anche i fondi del Governo e dal 4 maggio ci sarà un altro bando per utilizzarli. Ma abbiamo lavorato su più fronti, compreso un emendamento che è in discussione all’ARS e che prevede un finanziamento di due milioni di euro per i comuni zona rossa, per dare una mano alle comunità che hanno subito i disagi della chiusura. Per dare una mano nella fase di ripartenza. E’ chiaro che la fase acuta sanitaria sembra alle spalle ma ora ci vogliono degli strumenti straordinari e noi come comuni abbiamo spinto affinché ci siano dei fondi anche per pagare le utenze e gli affitti che tanto gravano sulle aziende e le attività commerciali. Speriamo che questo emendamento passi. E’ necessario però un importante piano nazionale per poter fare questo con i fondi che dovranno arrivare dall’Europa, altrimenti non ce la faremo.
Sindaco, l’annuncio di Conte sulla fase 2 è stato accolto senza entusiasmo. In questi casi la politica è molto debole.
Sì, in questi casi, ma anche in altri, la politica è debole. Credo che, se la priorità assoluta sia la salute dei cittadini, la politica non può strumentalizzare per partito preso. La politica deve occuparsi di costruire percorsi risolutivi e poi comunicarli. Da questo punto di vista si dovrebbe, ad esempio, aprire un dibattito, supportato scientificamente, per fare una differenziazione a livello nazionale e agire in maniera differente a seconda delle condizioni nelle quali si trova una Regione in termini di contagi, di casi acuti e morti accertati e questo non vuol dire creare due velocità. Le regioni del Sud, con dati scientifici alla mano, potrebbero ripartire prima.