Andreana Patti, assessore al Suap, Politiche Comunitarie e Programmazione del Comune di Trapani. Al di là delle cariche politiche lei è una professionista. E’ un periodo tanto difficile questo, in cui è difficile programmare qualsiasi cosa, né per la settimana prossima né per i mesi prossimi, è tutto così difficile e quasi nauseante, è la stessa sensazione che ha lei?
In realtà sì e no, nel senso che io credo che più che avere un rigetto alla parola programmazione si dovrebbe avere un rigetto alla parola lungaggine. Se tutto quello che è stato programmato venisse messo in azione e in tempi più rapidi, se tutte le risorse o una buona parte di esse venissero spese per i territori, partendo da Agenda Urbana, Fesr e Fse, si muoverebbe l’economia e in qualche modo avremmo veramente sviluppo. La programmazione, ancorché segnata dai tempi lunghi di una identificazione di strategia, ha già dei programmi attuativi che necessitano della serietà che il momento richiede e della velocità che l’emergenza implora.
Chi sono gli attori che dovrebbero fare questo sforzo ulteriore?
C’è un dibattito sull’utilizzo delle risorse comunitarie per destinarle all’emergenza e al dopo Covid. E’ chiaro che sono tutti gli attori istituzionali e le società di sviluppo locale. Ho avuto ad esempio un incontro con Flag, Distretto Turistico e Gal per mettere insieme alcune idee per essere vicini alle imprese con tutti gli strumenti e le risorse che ci sono.
Tra gli strumenti messi a disposizione, avete presentato in videoconferenza il regolamento per l’attuazione delle misure di sostegno delle microimprese di Trapani.
Sì, abbiamo emanato come Giunta un documento nel quale abbiamo detto di essere vicine alle imprese in maniera concreta. La prima misura è quella di non promettere una esenzione Tari o Tosap che la legislazione corrente non ci permette di fare. Abbiamo ritenuto di agire come contribuzione, partendo da un presupposto di giustizia che è quello di restituire, in forma di contributo, ciò che gli imprenditori hanno versato in termini di Tari e Tosap partendo almeno dai due dodicesimi che sono stati versati. Una misura straordinaria per gli Enti locali. Noi l’abbiamo calata nell’ambito comunale, rapportandola alla motivazione e all’urgenza di rendere giustizia all’imprenditore che ha pagato queste tasse.
Andreana Patti, il presidente dell’ordine dei commercialisti Sucameli ha detto di andare subito al sodo e di non perdersi nella burocrazia che spesso soffoca i vari adempimenti. Ci sarà uno sprint anche in questo senso?
Ci sono dei passaggi necessari. L’approvazione della delibera del regolamento, il secondo passaggio è quello del consiglio comunale che è sovrano nella decisione e poi l’individuazione delle risorse. Stiamo parlando di una manovra comunale di circa 500 mila euro, quindi di un intervento finanziario notevole. Il suggerimento dal presidente dell’ordine dei commercialisti Sucameli è accolto, non nei termini tecnici che stiamo valutando anche insieme a lui, ma lo condivido. Spesso questi contributi si danno o in ritardo o a chi non ne ha bisogno o a chi può aspettare. Il momento è grave e noi, quindi, dobbiamo accorciare quanto più possibile i passaggi burocratici.
Questo regolamento potrebbe finalmente spingere alla creazione dei centri commerciali naturali di cui tanto si è parlato negli anni passati?
Ma io credo che addirittura questo regolamento li finanzi. La seconda parte del nostro regolamento prevede progetti di interesse pubblico, che sono volti a rigenerare parti della nostra città, o comunqu -e di intervenire sull’arredo urbano, sulle vetrine, o su quelli che sono gli interventi che gli imprenditori singolarmente non possono fare. Interventi che possono dare corpo e risorse ai centri commerciali naturali.
Andreana Patti, il Comune di Trapani ha deciso di impugnare il Dpcm. Prima c’erano i sindaci sceriffi che volevano chiudere tutto, ora invece ci sono quelli che vogliono riaprire tutto?
Noi siamo in una condizione diversa rispetto al Nord Italia, perché i contagi sono diversi. L’impugnativa di questo Decreto è un segnale chiarissimo del fatto che non vogliamo riaprire senza criterio, ma vogliamo riaprire per dare la possibilità a chi sta morendo, non fisicamente, ma economicamente, di avere una occasione di vivere.