Una parte dell’opposizione politica della città ha avuto paura che il Partito Democratico si alleasse con i 5 Stelle.
Quando il Pd si è seduto al Tavolo Anticrisi del sindaco Enzo Alfano, rispondendo per altro ad un invito fatto a tutte le forze politiche, il sospetto ha cominciato a montare.
Al punto che la sezione locale di una testata amica dell’opposizione, nata lo stesso giorno delle dimissioni di tre consiglieri pentastellati, scrive che “al Pd che dialoga con Alfano potrebbe esser dato un assessorato”.
E nonostante la pronta smentita sia dei consiglieri del Pd che del sindaco, qualche timore è rimasto lo stesso. Perché?
A giudicare dal tenore di alcuni commenti social di Obiettivo Città e dei suoi simpatizzanti, lo scopo non sarebbe soltanto quello di essere un pungolo nei confronti della maggioranza, ma molto più concretamente, quello di mandare a casa i 5 Stelle il più presto possibile.
E’ lo stesso Calogero Martire, leader di Obiettivo Città (ed ex candidato sindaco) a confermare questa impressione.
Ad un tizio che aveva commentato che “fino a quando non ci sarà scruscio questa gente inadatta non abbandonerà mai la poltrona sulla quale il ‘popolo’ l’ha autorizzata a sedersi”, Martire ha risposto che “faremo tanto di quello scruscio che prima o poi qualcuno si dovrà chiedere cosa sta accadendo a Castelvetrano”.
Effettivamente un po’ di scruscio si è sentito, grazie anche a questa testata d’opposizione, riuscita a trasformare la riapertura del cimitero comunale in una sorta di caso Spotlight: “Castelvetrano. Liberiamo l’accesso al cimitero”, “Cimitero di Castelvetrano, interpellanza del Gruppo Misto”, “Cimitero di Castelvetrano. Obiettivo Città: l’amministrazione riveda le modalità di ingresso”, “Castelvetrano. Defunti uccisi due volte”, “Castelvetrano. I nostri defunti vergognosamente dimenticati”.
Un caso che si reggeva su due binari. Da un lato la critica al criterio di accesso: ma perché su prenotazione, non era meglio lasciare entrare le persone liberamente, richiamandole in caso di assembramenti?
Dall’altro la critica sul fatto che tra le tombe era pieno di erbacce: perché riaprire il cimitero in queste condizioni, non sarebbe stato meglio prima pulire?
Di fatto il primo giorno di apertura si sono presentati in troppi. Anche quelli che non avevano la prenotazione, urlando che sarebbero entrati lo stesso. E per calmare gli animi è stato necessario l’intervento delle forze dell’ordine.
Qualcosa di simile è successa anche al cimitero comunale dei Rotoli a Palermo, dove sarebbero dovuti entrare 150 persone alla volta, su prenotazione. E alle otto del mattino una folla ha forzato il portone (era aperto a metà), costringendo il personale ad arrendersi: “non siamo riusciti a trattenerli”.
Insomma, scelte tecniche più o meno fallimentari, che in entrambi i casi però non hanno nulla a che vedere con le posizioni politiche dei rispettivi sindaci.
Ma, come si diceva, una volta “archiviata” la polemica sui criteri di accesso, è spuntata quella sulla mancata pulizia. In sostanza, essendo mancato il personale per due mesi a causa dell’emergenza Covid, sono cresciute le erbacce. E dato che il cimitero è molto vasto, per pulirlo tutto ci sarebbero voluti almeno una decina di giorni.
Si è detto che i dipendenti avrebbero potuto fare manutenzione durante il periodo di chiusura, possibilità permessa dal governo regionale. Permessa però non vuol dire obbligatoria, visto che si lavorava “in presenza” soltanto nell’erogazione di servizi necessari.
E se l’amministrazione comunale, fatta dalle varie direzioni organizzative, non ha considerato la pulizia di un cimitero chiuso al pubblico un servizio necessario, non è che le si possa dare tutti i torti.
D’altra parte, c’era un decreto nazionale che diceva che le pubbliche amministrazioni assicurano esclusivamente le attività che ritengono indifferibili e richiedono necessariamente la presenza sul luogo di lavoro, anche in ragione della gestione dell’emergenza.
Forse, dare degli imbroglioni ai 5 stelle, perché avrebbero dovuto far lavorare i dipendenti al cimitero, in modo che alla riapertura tutto fosse pulito, non è stato proprio un esercizio di eleganza.
Ma anche riaprire così non è stata una bella idea. Lo abbiamo chiesto al sindaco Enzo Alfano.
“Abbiamo preferito permettere alle persone di poter far visita ai loro cari – ci ha risposto - Da prima di Pasqua, ricevevo decine e decine di richieste di persone, i cui defunti da andare a trovare erano i propri figli. In questi mesi poi, ci sono stati diversi decessi, non legati al Covid, che non avevano avuto gli onori di un funerale. Ecco, a volte occorre trovare un giusto compromesso. E’ chiaro che in un giorno non è stato possibile effettuare la scerbatura di tutto il cimitero. Certo, sarebbe stato meglio informare la cittadinanza delle condizioni in cui l’avrebbero trovato. Mi dispiace, è andata così. Però adesso stiamo impiegando tutto il personale del verde pubblico per cercare di recuperare”.
Sulla sanificazione invece, non si capisce quale virus sulle superfici avrebbero dovuto neutralizzare, dopo due mesi di chiusura totale.
E per coerenza, una volta aperto, si sarebbe dovuto sanificare ogni giorno, spendendo per un’area così vasta dalle 4 alle 5 mila euro (al giorno, non si sa per quanti giorni).
Gli 11.800 euro della Regione Siciliana sono stati già spesi per la sanificazione stradale.
Intervento che certamente non mette al riparo dal potenziale contagio del virus, anche se si è sempre detto che “male non fa”.
Certo, “male non fa”, se ci sono i soldi. Ma questo non è il caso di un comune in dissesto come Castelvetrano. Ecco perché il sindaco ha chiesto aiuto a vigili del fuoco e forestali, per il completamento del secondo ciclo di sanificazione stradale.
Ma da una parte dell’opposizione sembra che l’impegno principale sia prendere la rincorsa per una potente spallata, in modo da mettere fine (magari con una prossima sfiducia) al governo 5 Stelle.
Ecco perché hanno avuto paura dell’eventualità di un’alleanza col Pd, non riuscendo a distinguere un Tavolo Anticrisi da un inciucio.
Egidio Morici