Potrebbe essere stato speronato da un'altra imbarcazione il peschereccio "Nuova Iside" affondato la settimana scorsa nel tratto di mare tra San Vito Lo Capo e Ustica, dove era impegnato in una battuta di pesca.
E' quanto sostiene l'avvocato Aldo Ruffino, legale delle famiglie dei cugini Matteo e Giuseppe Lo Iacono, i cui corpi sono stati finora restituiti dal mare, mentre si continua a cercare il terzo marinaio
Ad affermarlo è l'avvocato Aldo Ruffino, legale delle famiglie di Matteo e Giuseppe Lo Iacono, due dei tre pescatori che si trovavano a bordo del "Nuova Iside" e i cui cadaveri sono stati recuperati nei giorni scorsi. Proseguono intanto le ricerche di Vito Lo Iacono, il più giovane del gruppo di pescatori e figlio di Matteo.
"Alle 21.45 di martedì il peschereccio ha inviato un segnale alla capitaneria attraverso il Blue Box, il successivo sarebbe dovuto partire due ore dopo, alle 23.45, ma così non è stato. Fra l'altro, alle 22 Giuseppe Lo Iacono ha sentito telefonicamente la famiglia e non sembrava preoccupato", ha spiegato l'avvocato Ruffino, sottolineando come le condizioni meteo di quella sera non possano aver affondato un peschereccio di 16 metri.
La Procura di Palermo ha disposto l'apertura di un fascicolo d'inchiesta e l'autopsia dei due corpi già recuperati, che potrà fare luce sulla dinamica degli eventi.