La separazione dei poteri, principio giuridico e cardine delle democrazie liberali. La fase 2 del Coronavirus ha portato voglia di libertà di tutti, di movida dei più giovani, ma ha portato anche la crisi economica che nella migliore delle ipotesi ci accompagnerà nel prossimo triennio.
Il piano " next generation EU", proposto dalla commissione europea che qualora approvato dal Consiglio Europeo metterà sul piatto 750 miliardi di euro tra risorse a fondo perduto ( 500 mld €) e prestiti (250 mld €). I prestiti da restituire dal 2028,quindi la commissione europea calcola in 6 anni più 7 mesi, la crisi economica che la UE deve affrontare, testimone ne è la richiesta di restituzione del prestito non prima del 2028 ed entro il 2058. Tornando all'incipit della riflessione, la fase 2 ci ha portato in dote anche le intercettazioni del magistrato Palamara e dei suoi colleghi, le ultime riguardano sempre lui e l'ex vice presidente di palazzo dei Marescialli dal 2014 a 2018 Giovanni Legnini. Salvini chiede l'intervento di Mattarella (presidente del CSM), a tutela della credibilità della magistratura. Legnini sostiene che il suo intervento fu a sostegno dell'indipendenza della magistratura nella vicenda della nave militare Diciotti. È indubbio che l'ex ministro degli interni e del Papeete, ha un 'idea di democrazia alquanto discutibile (perifrasi), basta ricordare quando chiese pieni poteri oppure rivolgendosi ai Pubblici Ministeri, affermò "io sono eletto voi no". Il lettore non decontestualizzera' i messaggi di Legnini e farà altrettanto con l'operato di Salvini.
Indiscutibile che due poteri, il legislativo e l'esecutivo si sovrappongono e lo sapeva benissimo Montesquieu, padre della separazione. La separazione dei poteri pilastro della democrazia, poi si può discutere sulla divisione delle carriere in magistratura tra, inquirente e giudicante, i magistrati che hanno ricoperto una carica elettiva non tornino alla giustizia, riforma del CSM, della reintroduzione prescrizione, e soprattutto una riforma del processo che miri a realizzare i tempi perché si arrivi ad una sentenza definitiva entro 6 anni, 3 primo grado 2 secondo 1 cassazione, come già previsto dall'ordinamento vigente. Fortunatamente viviamo in una democrazia, con i suoi difetti da correggere probabilmente, ma pur sempre democrazia, altrimenti non potrei avere spazio per le mie amenità.
P.s. Prossimamente saremo anche noi elettori lilibetani a giudicare l'operato degli altri due poteri ossia, sindaco e giunta (esecutivo) e il consiglio comunale (legislativo con regolamenti e delibere), il nostro giudizio determinerà la vita amministrativa della nostra città per il quinquennio successivo.
Vittorio Alfieri