Antonio Gandolfo, segretario provinciale di Articolo1. Ha seguito la vicenda del sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida, che in una intervista ha definito la Repubblica non più delle banane, ma delle patate?
Sì è una novità assoluta. Il sindaco Tranchida ci ha sempre allietato con le sue espressione colorite. Questa volta con l’intervista rilasciata all’AdnKronos è andato oltre misura rispetto ai propri standard e ha suscitato delle forti perplessità.
La sensazione è che Tranchida non sia solo ma che molti sindaci stanno cercando di andare oltre in termini di visibilità, di proclami e idee. Sono stati in prima fila nel gestire l’emergenza Covid e da De Luca, Tranchida e anche il sindaco Di Girolamo, ognuno ha avuto la propria alzata d’ingegno. Sul Foglio nei giorni scorsi si diceva: i sindaci di sinistra non sono più gli amministratori progressisti e della gente, ma quelli che vogliono il controllo della gente. Secondo lei si è persa un’occasione e si è diventati un po’ più di destra?
Dobbiamo registrare un certo andazzo nella comunicazione pubblica e politica per cui fa premio, non tanto i propri convincimenti, ma spesso lo schema dell’uno contro tutti per avere uno spazio mediatico per la propria propaganda personale. Il presidente della Campania, De Luca, è un’icona ormai e probabilmente qualche primo cittadino della nostra provincia, prova a seguire queste orme. Io credo che noi non abbiamo bisogno di questo genere di sindaci. Dovrebbero essere pronti ad affrontare i problemi della propria comunità e dare risposte ai problemi dei cittadini e su questo verranno giudicati.
I sindaci secondo lei stanno ricostruendo lo Stato sociale?
Secondo me ci sono degli argomenti che bisognerebbe guardare con maggiore attenzione. Per il turismo ad esempio, abbiamo il distretto turistico della Sicilia occidentale e possiamo chiedere a qualsiasi operatore turistico, funziona questo distretto, dà una mano di aiuto in questo momento di grande difficoltà in cui le imprese sono in ginocchio? La risposta è no.
Dobbiamo anche analizzare delle contraddizioni in merito. Il Distretto ha fatto il bando per il logo e il video per promuovere la Western Sicily e in contemporanea il Comune di Trapani ha fatto un suo video promozionale sulla città e c’è un po’ una commistione di interessi, la D’Alì è assessore a Trapani e presidente del Distretto. Là bisognerebbe chiarire i ruoli e chi operativamente fa e cosa.
Sottolinea un aspetto importante da non trascurare. C’è una sovrapposizione dei ruoli tra assessore della giunta Tranchida e di presidente del distretto. Credo che questa sovrapposizione non vada bene e bisognerebbe scioglierla. Occorre in realtà impegnarsi maggiormente sulle capacità di risposta del distretto. E credo che non ci sia il giusto coinvolgimento di tutti i sindaci della provincia di Trapani. Occorre fare rete, manca la capacità di mettersi insieme e di creare una destinazione turistica con un‘immagine forte e con dei servizi efficaci. Il decreto di Musumeci penalizzerà molto i collegamenti con le isole Egadi che verranno penalizzate da un taglio drastico dei traghetti e dei mezzi veloci. I sindaci sono in grado di contrastare questo disegno che colpirà sia le comunità locali sia il turismo?
Antonio Gandolfo, c’è ancora la sinistra in provincia di Trapani, e se sì, che ruolo potrà avere questa sinistra, Articolo 1 e le altre formazioni alle prossime elezioni amministrative che si terranno a Marsala?
La sinistra esiste. Esiste in natura, è un fatto quasi sentimentale. Il problema è quello di farla diventare una organizzazione che abbia la capacità d’incidere sulla realtà. Si questo ancora non ci siamo completamente. L’offerta politica a sinistra anche nel nostro territorio è insufficiente. Noi abbiamo necessità di costruire qualcosa di nuovo, su basi programmatiche diverse e Articolo 1 nasce per questo scopo.
Per Marsala cosa ci dice?
Per Marsala dico che siamo all’anno zero. Abbiamo una sinistra divisa. Non si sciolgono ancora i nodi sulla ricandidatura del sindaco Alberto Di Girolamo e su quello che si muove a sinistra dell’amministrazione comunale. Dico che, se non si riuscirà a creare un fronte comune, un’alleanza con un programma chiaro per la città di Marsala, allora la sconfitta è dietro l’angolo. Bisogna lavorare affinché ciò non avvenga.