Criminalità e reddito di cittadinanza sembra quasi un binomio in Italia.
Sono diverse le inchieste che ne danno conferma sia in Calabria che in Sicilia e in altre zone d'Italia. L'ultima, la terza in meno di un mese tra Pollino e Aspromonte, in provincia di Cosenza, dove 37 persone (33 italiani e 4 stranieri) incassavano il reddito senza averne diritto e in gran parte sono elementi di spicco della potente cosca Piromalli–Molè di Gioia Tauro: condannati per associazione a delinquere di stampo mafioso e figure apicali, al pari di donne che avevano omesso di segnalare la presenza nel nucleo familiare di congiunti detenuti all’ergastolo in regime di 41 bis, con a carico misure cautelari personali o condannati per associazione mafiosa. Gli abusi sono stati individuati dai carabinieri di Gioia Tauro e dalla procura di Palmi con l’indagine “Jobless Money”.
Mamma e figlio entrambi percettori di reddito di cittadinanza, avevano dichiarato di appartenere a due nuclei familiari distinti anche se conviventi. Altri hanno ottenuto il beneficio nonostante l’interdizione perpetua dai pubblici uffici in seguito a una condanna passata in giudicato.
C'era chi ha acquistato un veicolo nuovo, a conferma d’un tenore di vita normale e comunque di un profilo non rientrante nelle categorie previste dalla legge. Il danno erariale calcolano gli inquirenti è di circa 279mila euro. Se la Procura di Palmi non fosse intervenuta, gli ammanchi per lo Stato sarebbero cresciuti di ulteriori 134.500 euro.