“Riaprire i Centri unici di prenotazione in provincia di Trapani”. Lo chiede lo Snami, il sindacato autonomo dei medici, presieduto in provincia da Biagio Valenti, con una lettera inviata alle istituzioni, dalla Regione, all'Asp, ai sindaci.
Ecco la lettera del presidente dello Snami.
In questo periodo di emergenza da Covid, per limitare l’accesso dell’utenza al distretto, sono stati chiusi i CUP, con conseguenti oggettive difficoltà per i pazienti, in particolare per i neoplastici i quali debbono osservare follow-up a scadenze ben precise e per quelli fragili affetti da patologie croniche evolutive.
Ma adesso che si è riattivata la mobilità inter-regionale, con abolizione della quarantena e di tutti gli obblighi che ne derivavano, ad emergenza COVID quindi pressochè superata, in particolare nell’intera Regione Siciliana, questo a mio parere non ha più senso.
Adesso ancora, per evitare l’assembramento, ai cittadini - pazienti viene impedito l’accesso incontrollato nei locali del distretto, ma gli stessi, costretti dalla necessità, inevitabilmente si accalcano alla porta di ingresso in barba proprio all’assembramento. Quindi registriamo una iperprotezione dei dipendenti, nessuno scrupolo per i cittadini- pazienti in attesa di risposta dagli uffici del distretto.
A proposito del CUP, va detto che il personale ad essi dedicato è tuttora in servizio, protetto anche già da prima da vetrate e, con un accesso disciplinato al distretto, può dare risposte agli utenti.
Peraltro, previa prenotazione online effettuata dai pazienti o spontaneamente da alcuni medici di famiglia in via eccezionale (non esiste in ACN nessun obbligo a ciò), gli ambulatori specialistici distrettuali effettuano regolarmente le prestazioni. Non si comprende perché i CUP non debbano fare il front-office. Peraltro, se il medico di famiglia rilascia al paziente la richiesta di prestazione specialistica, se questi trova opportunità di farla sul territorio la fa, non si impelaga nella prenotazione online, e quindi implicitamente questo andazzo privilegia il privato a scapito del pubblico, altro che competizione pubblico-privato.
Tutto ciò premesso, sollecitiamo quanto in oggetto, chiedendo quindi l’apertura urgente del cup come servizio essenziale (alla stessa stregua delle farmacie e degli studi medici dei territorio) nel rispetto delle precauzioni di prevenzione che conosciamo, invitando anche chi di competenza ad impedire la calca dei cittadini negli ingressi dei distretti con strategie intelligenti e appropriate.