Palamara come Craxi. Mutuando il titolo di un film di un regista dell'erotismo, Tinto Brass, declinato al plurale maschile "Così fan tutti", è la tesi difensiva dell'ex presidente dell'ANM. Oppure prendendo a prestito un frase che segnò un passaggio importante della nostra storia politica: "io non ci sto" di Scalfariana (il fu Presidente della Repubblica) memoria.
Il politico democristiano era accusato di aver ricevuto in qualità di ministro degli Interni risorse utilizzate non solo a fini istituzionali, si parlava di 100 milioni mensili. Scalfaro fu ministro anche del Viminale sotto il governo Craxi. Palamara denuncia un sistema, io non ci sto a fare il "capro espiatorio, giustifica il suo operato (così fan tutti), come illo tempore fece Craxi nel j'accuse alla classe politica dell'epoca sul finanziamento illecito ai partiti.
Palamara ex membro del CSM è stato espulso senza essere ascoltato(non è contemplato dallo statuto) dall'ANM (il cosiddetto sindacato dei magistrati) per violazione del codice etico in relazione all'indagine di Perugia per corruzione, "È indubbio che l'operato di Palamara, come la cena carbonara in albergo romano con l'ex ministro Luca Lotti, il parlamentare Cosimo Ferri e Gian Claudio Lotito fu quantomeno inopportuno.
A giustificazione del suo comportamento cita che lo stesso stesso fu fatto dal suo collega Albamonte (che lo ha querelato per diffamazione) cenando con la parlamentare Ferranti. Non volendo solo "denunciare" ma essere propositivo, un magistrato come la Ferranti, onorevole per due legislature consecutive, dal 2008 al 2018, dopo avere ricoperto una carica elettiva, non dovrebbe rientrare in magistratura come è accaduto per la d.ssa, ora giudice di Cassazione.
Altro suggerimento separazione delle carriere in magistratura, ma le proposte sono altra storia. Tornando al protagonista, innocente sino a sentenza definitiva, Palamara nella vicenda, dovendo discolparsi sembra come Craxi, Scalfaro e perché no anche Brass.
Vittorio Alfieri