Sergio Tancredi, deputato all’ARS fino a qualche settimana fa del Movimento Cinque Stelle, dal quale è uscito assieme alla collega Valentina Palmeri, fondando il gruppo “Attiva Sicilia”. Subito dopo il vostro annuncio, i parlamentari nazionali, i consiglieri comunali e gli amministratori dei Cinque Stelle della provincia di Trapani hanno preso le distanze da voi. Se qualcuno pensava che con Tancredi e Palmeri se ne andavano tanti attivisti sbagliava. Dal Movimento hanno subito alzato il ponte levatoio.
Più che alzare il ponte levatoio, ci sono state diverse pressioni per firmare un documento di un certo tipo. Questo fa capire come è cambiato il movimento negli ultimi tempi. Una cosa del genere se fosse accaduta qualche anno fa avrebbe sollevato le rimostranze di tutta la base, oggi la base invece si è adeguata a quelli che sono stati gli impulsi provenienti dal vertice.
Si riferisce ad un audio di Corrao che, in una delle chat del movimento invita a firmare questo documento per fare gruppo contro di voi.
La cosa graziosa è che molti di quelli che sono stati costretti a firmarlo, in maniera informale mi hanno detto che erano dispiaciuti ma che dovevano farlo, e questo fa comprendere come sia cambiata completamente la linea gestionale del movimento, che è sostanzialmente il motivo per il quale io non sono più lì dentro.
Tancredi, molti hanno sostenuto che lei insieme al gruppo parlamentare “Attiva Sicilia” si sia avvicinato al governo regionale di centrodestra e in modo particolare all’area dell’assessore alla Salute Ruggero Razza. E' così?
Guardi, negli ultimi sette anni, io ho sempre detto, essendo un deputato di opposizione, che erano necessario parlare con chi governa per trovare soluzioni. L’aspetto propositivo è qualcosa di imprescindibile per chi vuole portare dei risultati sul proprio territorio in tutta la Regione. Nel parlamento si parla, se si dice sempre no è chiaro che le istanze territoriali specifiche non potranno mai avere nessun tipo di risultato. Questo è un modus operandi che io ho sempre portato avanti. Così ho fatto con il governo Crocetta di centrosinistra, così faccio con il governo di centrodestra di Nello Musumeci. Non c’è un avvicinamento politico, c’è soltanto la volontà di fare qualcosa di positivo.
Tancredi, come si fa a fare qualcosa di positivo, quando si è fuoriusciti dal Movimento Cinque Stelle. Com’è ricominciata la vostra vita politica?
La nostra vita politica è ricominciata intanto riprendendo una serie di iniziative e istanze territoriali che negli ultimi anni hanno visto il movimento latitare. Abbiamo ricominciato a tessere i rapporti che per varie motivazioni si erano interrotti. Lo abbiamo fatti con le associazioni di categoria, i sindacati stessi, per cercare di capire come far ripartire una spinta civica. Il nostro è un progetto civico che punta a ripartire dalle realtà territoriali, cosa che ultimamente non si era riusciti a fare.
Sarà Valentina Palmeri la candidata sindaco ad Alcamo di Attiva Sicilia?
E’ ancora molto presto per dirlo, vi posso assicurare che in questo momento il nostro primo obiettivo è quello di creare una rete territoriale. Abbiamo avuto diverse adesioni da parte di giovani consiglieri che si trovano in liste civiche un po’ in tutta la Sicilia. A breve lanceremo una campagna di adesione ufficiale. Abbiamo ricevuto l’adesione di due consiglieri di Guidonia, nel Lazio, che hanno sposato il progetto che ha una valenza civica e non è solo a carattere regionale.
Tancredi, come si fa a creare un movimento nuovo che vuole partire dagli ideali del Movimento Cinque Stelle, sapendo che in giro c’è tanto scetticismo per quello che è successo in questi anni.
Lo scetticismo credo che sia normale. Io dico che sono le persone che poi devono esprimere un pensiero politico. La nostra iniziativa punta a recuperare un pensiero che sia orizzontale e non verticistico. E questa cosa a mio parere potrebbe trovare grande condivisione. Io ho ricevuto diverso sostegno. Noi ci stiamo organizzando non come un movimento liquido, ma come un movimento strutturato che abbia una idea sostanziale di organizzazione, quello è il primo punto sul quale il movimento ha fallito. Penso che sia, un’esperienza, quella civica, che va coltivata e ampliata il più possibile.