Non si vuole chiedere troppo alla nostra classe dirigente politica, anche ad alti livelli, parlamentari e nazionali, ma una sbirciatina alla scienza della politica, potrebbero darla. Essa è una disciplina sociale che studia il fenomeno politico e si fonda sulla scienza empirica, ossia l'osservazione dei fatti, più banalmente attraverso i sensi e l'esperienza.
Un sostenitore dell'istitulizzazione della disciplina come materia universitaria fu Norberto Bobbio ed anche docenti, precursori e fautori della politica come scienza, Vilfredo Pareto e Gaetano Mosca. I politologi citati erano degli studiosi. Anche l'eclettico Pareto lo era politologo, lo conferma la sua teoria dell'èlite politica, ma essendo un poliedrico l'applica anche negli altri settori, che poi molto semplicemente non sarebbe altro che la scelta dei migliori. Siccome noi elettori dovremmo scegliere il meglio della classe politica, siamo realisti, e quantomeno cerchiamo di avvicinarci al meglio.
In che modo? Studiando, sarò vintage, ma i circoli di partito erano luoghi di formazione, conoscenza, confronto e osservazione sul fenomeno, certamente non esaustivi, ma erano di grande aiuto, peccato. Si ripete, non si pensa lontamente che si debba studiare la scienza della politica o leggere i politologi contemporanei: Sartori e Pasquino. Anche se una lettura male non farebbe.
Però i nostri primi rappresentanti nelle istituzioni, i consiglieri comunali devono conoscere lo statuto comunale, il regolamento funzionamento del consiglio comunale, voglio osare e poter scegliere ad ottobre l'èlite lilibetana che conosca anche il testo unico sulle leggi dell'ordinamento enti locali(TUEL). La scienza della politica la lasciamo ai più ambiziosi, la realtà ci consiglia di volare basso, ma pur sempre volare, partire non restare a terra.
Vittorio Alfieri