Trapani, Erice. I fatti di Castellammare del Golfo, che vedono il sindaco indagato nell’operazione Cutrara. La mafia che avrebbe chiesto l’aiuto al sindaco di Paceco, indagato anche lui. L'ultima inchiesta con l'arresto del sindaco di Favignana.
Ma non solo. C’è una città in provincia di Trapani in cui, da anni, il legame tra ambienti criminali e amministratori è molto stretto. Lo testimoniano inchieste giudiziarie, operazioni antimafie, intercettazioni che non mettono in buona luce chi, come il sindaco della città, ha sempre detto di essere lontano a certi ambienti.
E’ Campobello di Mazara, dove ad ottobre si va a votare per il rinnovo dell’amministrazione comunale. Il sindaco uscente è Giuseppe Castiglione, che ha annunciato di volerci riprovare.
E proprio in questi mesi su Tp24 abbiamo raccontato, più volte, come le inchieste antimafia hanno toccato molto da vicino l’amministrazione Castiglione e di come personaggi legati a cosa nostra si sono interessati alle cose del Comune belicino in questi anni. Ma ancora prima le inchieste giudiziarie di questi anni hanno dimostrato l’intervento nelle elezioni amministrative del 2014 di personaggi legati alla mafia.
I mafiosi volevano Castiglione
Ad esempio è emerso l’interesse della consorteria mafiosa nelle elezioni amministrative del 2014, quelle vinte da Castiglione.
Dalle carte del processo Scrigno vengono fuori ad esempio le condotte di due arrestati Vito Bono e Vincenzo La Cascia, quest’ultimo ritenuto mafioso di spicco del paese.
I due si sarebbero interessati incessantemente alle consultazioni elettorali del novembre 2014 a Campobello. E sarebbe stato un interesse soprattutto nei confronti del sindaco Castiglione. Scrivono i carabinieri del Comando Provinciale di Trapani che “l’interesse di Vito Bono nei confronti del candidato Sindaco Castiglione appare sostanzialmente finalizzato all’ottenimento di posti di lavoro all’interno di quella amministrazione comunale”.
Le intercettazioni delineano un quadro di “incontri tra esponenti politici e soggetti mafiosi, nonché agli accordi per influire sui risultati elettorali”.
In quel contesto emerge il ruolo dell’onorevole Paolo Ruggirello - ex deputato regionale arrestato e sotto processo in Scrigno - che aveva come unico obiettivo “la candidatura a futuro sindaco di Campobello di Mazara di Castiglione Giuseppe (poi eletto) e per il rinnovo del consiglio comunale, la candidatura di Maria Tripoli e Fabio Basiricò con articolo 4.”
La sera dello scrutinio Ruggirello avrebbe chiamato Carmelo Salerno, anche lui arrestato e sotto processo in Scrigno, ritenuto capo mafia di Paceco, per vantarsi che l’esito delle elezioni è andato secondo le previsioni. Tutto come studiato, compresa l'elezione a sindaco del loro candidato, Peppe Castiglione, e la lista Articolo 4 che ha superato il 5% eleggendo Maria Tripoli e che la seconda della lista sarebbe stata la candidata di Filippo Sammartano tale Raziano Daria.
“Il sindaco è salito il nostro. La prima eletta Tripoli e la seconda è la candidata che ci ha dato il tuo amico”.
I mafiosi, i vigilantes e il capo della municipale.
Sarebbero stati capaci di influenzare molte decisioni amministrative a Campobello i mafiosi del posto.
Le indagini sulla cosca campobellese, in particolare, svelano retroscena inquietanti consistiti nell’interessamento da parte di Vito Bono, ritenuto organico al clan mafioso, “alle vicende del Comune di Campobello di Mazara, compresa la nomina del nuovo comandante della Polizia Municipale”.
Una vicenda che tira direttamente in ballo il sindaco Giuseppe Castiglione.
I carabinieri intercettano le “pressioni che avrebbe esercitato il Bono nei confronti del sindaco Castiglione allo scopo di accelerare l’iter burocratico per la nomina di Vincenzo Bucca a comandante della polizia municipale.” Nonostante non ci siano riscontri di interlocuzioni dirette tra il sindaco Castiglione e il Bono, gli inquirenti deducono un loro rapporto confidenziale tramite un’intercettazione telefonica tra Bono e Vincenzo Bucca, allora comandante della polizia municipale di Castelvetrano.
“Comandante. Niente ero con il Sindaco…. siccome ha voluto mandate tutte le carte…”. Vito Bono, ha rapporti con diversi esponenti politici e della borghesia campobellese e nel periodo oggetto d’investigazione. Si interessa a tante cose, come abbiamo visto ieri. Dalla nomina del capo della polizia municipale, agli appalti per la rete fognaria. Si interessa anche dell’appalto per l’istituzione di un consorzio di ausiliari del traffico.
Le reazioni
Questi fatti hanno acceso le reazioni degli oppositori di Castiglione e che avranno un ruolo di primo piano nella prossima campagna elettorale.
"Sospendiamo la campagna elettorale fino alle dimissioni del Sindaco". E' quanto ha annunciato nelle scorse settimane Doriana Licata, candidata Sindaco a Campobello di Mazara per le prossime amministrative di Ottobre. Da tempo in diversi reportage Tp24 va raccontando l'inquinamento mafioso del voto a Campobello di Mazara. Le reazioni però sono state poco o nulle. Nessuno tra i politici parla (anche perchè sono quasi tutti coinvolti) e dalle istituzioni tutto tace.
In pratica Licata sospetta, come tanti, che il Comune di Campobello possa essere sciolto per mafia alla vigilia del voto, come accaduto a Castelvetrano. E allora chiede al Sindaco Castiglione di dimettersi per scongiurare un'eventualità che rimanderebbe le elezioni amministrative di un anno e mezzo. Prima ancora era intervenuto l’ex sindaco di Campobello Daniele Mangiaracina.
La replica (?) di Castiglione
Il sindaco ha replicato, o meglio, ci è girato attorno. “In questi 5 anni ho lavorato senza tregua, sia dal punto di vista amministrativo sia da quello politico, tracciando con lucidità e lungimiranza una linea di demarcazione netta oltre la quale non ha mai potuto trovare spazio chi ha dimostrato di interpretare la politica come cosa diversa da quella del servizio pubblico”, ha detto rispondendo alla nota di Doriana Licata. Sui fatti raccontati da Tp24 però Castiglione non ha detto nulla nè fatto chiarezza.
E anche in un’imbarazzante intervista rilasciata ad un blog locale ha buttato giù una serie di frasi fatte, che non entrano per nulla nel merito delle cose inquietanti sollevate.
“Ho sempre messo un muro davanti alla mafia. Per questo sto diventando un sindaco scomodo a tutti. Ho condotto una azione amministrativa brillante. Certe persone all’epoca dei fatti non era noto che fossero legati alla mafia”, ha detto Castiglione in riva al mare con occhiali specchiati.
E Doriana Licata?
Certo, sarà una campagna elettorale da seguire, a Campobello, il piccolo comune spesso viene sciolto per infiltrazioni mafiose. Inchieste su inchieste che hanno sollevato tante perplessità.
Nelle carte del processo antimafia scrigno, poi, viene fuori anche il nome di Doriana Licata, candidata sindaco a Campobello. Non è stata indagata, non è sotto processo, ma i fatti che vengono fuori la riguardano molto da vicino. Pietro Cusenza, uno dei personaggi ritenuti vicini a cosa nostra, e gran racimolatore di voti, racconta di quando, nel 2012, la mafia si sarebbe adoperata per procurare consensi a Doriana Licata, candidata alle Regionali. Già in altre indagini sono venute fuori vicende del genere. Il fratello di Doriana Licata, Aldo, è stato condannato per corruzione elettorale, perché avrebbe comprato voti per la sorella.
Tornando a “Scrigno”, Cusenza racconta che nella ricerca dei voti per la Licata, sarebbe stato coinvolto a Marsala Pietro Centonze, pregiudicato, che a sua volta aveva cercato di coinvolgere il pregiudicato trapanese Gianfranco Gianni.
Accordi, voti, spartizioni. La campagna elettorale si avvicina a Campobello, e c’è da tenere gli occhi aperti.