La politica siamo noi. Lo è ogni atto quotidiano della nostra esistenza. Lo è per i cristiani credere in Gesù Cristo e i suoi insegnamenti vangelici, ero affamato e mi avete sfamato, assetato e dissetato, forestiero e mi avete accolto. Non osservarli è una scelta oltre che di fede anche politica. Lo è di alto spessore la trattativa che si è svolta a Bruxelles per decidere sul "recovery plan".
Lo ha esercitato per noi checché ne dicano Salvini e Meloni, il governo italiano che ha pieno mandato democratico come costituzione vuole e impone, perchè la maggioranza ha scelto i rappresentanti attuali. Lo siamo ad ogni tornata elettorale, quando nella democrazia rappresentatativa scegliamo chi debba farla per noi. Lo faremo noi lilibetani i prossimi 4 e 5 ottobre e decideremo chi ci governerà il prossimo lustro, salvo una mozione di sfiducia al sindaco, altamente improbabile. Si esorta a recarsi ai seggi elettorali comunque è politica la scheda bianca.
Lo è anche restare a "mangiare i pop corn" (cit.), ma si sceglie di non scegliere, neanche la protesta, quella viene esercita anche con la scheda bianca. Nella vita quotidiana è politica quando scegliamo l'auto italiana o straniera idem il supermercato. Il cibo, carne o pesce. Bovina, suina, ovina o bianca. Pesce azzurro, blu o altro.
Dieta vegetariana, mediterranea oppure onnivora. E si può continuare all'infinito. Ogni atto della vita quotidiana è politica, perché essa è scegliere. E certamente nell'occidente democratico la politica è ancora vigente. Perché la politica fortunatamente e sfortunatamente siamo noi.
Vittorio Alfieri