A Castelvetrano, la destra propone di intitolare una via a Don Meli, il prete degli ultimi.
Ma tra gli ultimi, secondo Fratelli d’Italia e Riva Destra, “prima gli italiani”.
Davide Brillo, avvocato ed ex massone, commissario cittadino di Fratelli d’Italia si era candidato a sindaco, perdendo al primo turno ma “producendo” un consigliere comunale: Angelina Abrignani.
Insieme a Carlo Russo ed Angelo Tigri, rispettivamente coordinatore cittadino e vice coordinatore regionale di Riva Destra, qualche giorno fa hanno presentato la proposta nelle mani del sindaco Alfano.
No, non è un altro don Meli. E’ lo stesso che ha fatto lo sciopero della fame contro il decreto sicurezza bis. E’ lo stesso che aveva invitato Salvini a “passare una settimana delle sue ferie come migrante nei centri di raccolta libici condividendo tutto con gli ospiti”.
La sua battaglia per i migranti, da salvare dalle onde del mare pronte ad inghiottirli (e poi si discute della loro provenienza, delle ragioni dell’emigrazione disperata e della ridistribuzione nei paesi europei), viene citata da chiunque lo ricordi.
Ma è chiaro che questa non può essere anche la battaglia di Fratelli d’Italia e Riva Destra.
E quindi, sapientemente, sparisce.
Ad Angelo Tigri di Riva Destra basta definirlo “una persona integerrima che tanto ha dato alla comunità e che ha sicuramente lasciato un ricordo indelebile nei cuori dei cittadini castelvetranesi”, ricordando l’impegno contro i pedofili a Palermo, la sua dedizione per la parrocchia Santa Lucia e la sua azione nella vita sociale della città.
Il che è assolutamente vero. Fine della storia. E chi ha qualcosa da ridire, vuol fare soltanto bieche strumentalizzazioni.
E’ così che funziona.
Non importa da dove provenga la proposta, l’importante che sia condivisibile.
Non importa se il promotore della via a don Meli sia quell’Angelo Tigri che fa il saluto romano in quella foto di cui Tp24 ha parlato l’anno scorso.
Tanto, come ha precisato in un urticante politichese l’avvocato Davide Brillo (anche lui presente insieme ad altri, nella foto, al tavolo “dei saluti”), si è trattato di un gesto goliardico. Un gesto strumentalizzato, come se fosse stata una “manifestazione politica di un pensiero che non appartiene né a me come uomo e come candidato sindaco – aveva continuato Brillo in uno di quelle repliche che terminano con “tanto dovevo” - né a Fratelli d’Italia”.
Insomma, ragazzate che si fanno in pizzeria, durante una foto di gruppo.
Oggi, anche un vice coordinatore regionale di un movimento può condividere sui social delle cose che percepisce divertenti (insieme a tanti altri), senza nessuna conseguenza. Anzi, è vicino alla gente.
Per esempio, uno o due giorni prima della presentazione della proposta della via a don Meli, Angelo Tigri ha condiviso un post di un tizio che scrive “Quando ti chiederanno perché ti batti come un leone per evitare che l’Islam prenda piede a casa nostra, mostra a loro questa foto”. E c’è immagine di una donna al mare con un perizoma.
Ragazzate, ragazzate anche queste. Che, all’occorrenza, possono sempre essere trasformate in messaggi “seri” sulla libertà delle donne, che noi auspicheremmo rispetto agli islamici che invece impediscono loro di indossare il perizoma.
E allora, ecco che i valori di don Meli, scremati da quelle caratteristiche incompatibili con Riva Destra e Fratelli D’Italia, diventano quasi eredità di quella politica in realtà distante anni luce dal prete degli ultimi (tutti gli ultimi, non solo gli italiani).
D’altra parte, se Salvini dice che la Lega è l’erede dei valori della sinistra di Berlinguer, a Castelvetrano una destra raffazzonata e posticcia non poteva che intestarsi il merito della via a don Meli.
Ma non è fascismo. Almeno, non questo qui di Castelvetrano.
E forse non è nemmeno destra.
Sono ragazzi.
Egidio Morici