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13/08/2020 06:00:00

Gino Bosco: "Trapani in mano a ducetti. Serve una nuova primavera". 

Gino Bosco, avvocato, profondo conoscitore di Trapani e delle sue dinamiche, anche di quelle politiche, in città si respira un'aria pesante. Inchieste vere, altre presunte, dichiarazioni sopra le righe, in consiglio comunale e fuori. Lei che impressione ha? 

Si è vero, conosco un po’ le dinamiche di questa Città sia per interesse personale sia perché ho avuto il privilegio nonché l’onere, da giovanissimo avvocato, di essere stato nominato nel 1994 consulente esperto del Sindaco Buscaino per questioni di patrimonio e finanza del Comune di Trapani.

Che ricordi ha?

In quel periodo in Città si respirava aria di primavera, l’Amministrazione si era impegnata su tanti fronti e tanti progetti di sviluppo urbano e, sopratutto, la politica di chi governava la Città era inclusiva, disposta ad ascoltare suggerimenti e proposte che venivano dalle forze sociali e produttive e Trapani era una Città con un discreto benessere e con buone prospettive di sviluppo economico e sociale; non c’erano insomma i solitari ducetti maldestri e miopi e non c’erano nemmeno i social a farla da padroni ( del nulla).

E poi...

Poi negli ultimi vent’anni è successo di tutto, la politica e l’economia della Città, dopo l’exploit della Vuitton Cup nel 2005, sono state di fatto azzerate da scelte (direi meglio dalla mancanza di scelte e progetti) dell’Amministrazione e della politica, dalle vicende economiche e giudiziarie di tante imprese finite sotto i riflettori degli Inquirenti e poi sequestrate e confiscate per questioni di mafia.

Già, la mafia ...

E' una cappa infame e disgraziata che grava sul nostro territorio, ma non può esser sottaciuto tuttavia che dopo lunghi anni di processi molte imprese sono stare restituite ai titolari assolti dalle accuse di mafia, quando ormai l’impresa gestita dai commissari era fortemente ridimensionata ... Il risultato quale è stato ? L’economia cittadina si è man mano trasformata ed impoverita, Trapani è l’unica Città d’Italia dove non ci sono cantieri edili, ne’ di privati ne’ di opere pubbliche e, come noto, l’edilizia fa da significativo traino all’economia con tutte le attività ad essa aggregate.

E la politica?

La politica non ha fatto di meglio, dopo l’iniziale messaggio liberale berlusconiano di far scendere in campo imprenditori e professionisti, cioè i ceti produttivi del Paese per migliorare la politica e la P.A., è divenuta negli anni in maggior prerogativa degli impiegati (che diversamente dai liberi professionisti, possono assentarsi a buon diritto dal lavoro per far politica mantenendo lo stipendio o indennità) o di chi non ha mai lavorato, che cerca così di trovare in politica un mestiere remunerato. 
Ovviamente quando “il giocattolo” della politica viene affidato ad un intera rappresentanza mediocre cosa può accadere ? Che non si coltivano progetti di crescita del territorio, che il fisiologico mercanteggiare della politica scende al livello degli “spilacardiddri” divenendo vergognoso ed indecente per pochezza di valori, contenuti e principi ed inoltre spesso patologico e penalmente rilevante. Basta leggere le pubblicazioni di stampa degli ultimi tempi di intercettazioni ambientali di numerose inchieste al vaglio degli Inquirenti che riguardano la politica del territorio dove taluni soggetti coinvolti trattano con agghiacciante e stupida disinvoltura questioni da “mercatino del lunedi o del giovedì “ a seconda dei comuni interessati: anche i ladri devono avere una dignità. Mi par ovvio che gli Inquirenti sguazzino in tali scenari e fanno bene (personalmente sono molto favorevole alle intercettazioni a tappeto) poiché questo territorio sta pagando a molto caro prezzo le scellerate scelte di aver affidato a politicanti di mezza cartuccia e galoppini politici la sorte dei nostri figli che, infatti, vanno a studiare e lavorare al nord sempre in numero crescente.

Sembra, a proposito di inchieste, che in Procura ci sia grande attività ... 

Appare ovvio che le inchieste penali arrivino, anche se talvolta si ha l’impressione oggettiva che in qualche caso siano arrivate un po’ in ritardo ed un po’ a macchia di leopardo, nel senso che negli ultimi vent’anni le amministrazioni locali di sinistra risultano statisticamente meno inquisite della media; ciò non vuol dire che i PM hanno sempre ragione, personalmente ho assistito in una decina di processi penali Sindaci di Trapani e pubblici amministratori di enti, andati sempre assolti .

Cosa pensa del livello di alcuni consiglieri comunali e governanti della città?

Verifichi che lavoro fanno, se hanno mai lavorato, se hanno mai studiato o letto un libro o un quotidiano nazionale, se fanno politica per mestiere e che cura prestano alla casa in cui abitano, per comprendere da ciò cosa ciascuno possa in concreto fare di buono, di bello e di utile alla Città.

E fuori dalla politica, c'è vita? 

Anche fuori dall’agone politico la vita culturale ed il dibattito politico in Città languono in maniera assolutamente insufficiente. È l’oggettivo fallimento della borghesia e della classe dirigente trapanese, delle classi imprenditoriali e professionali, preoccupate solo di coltivare piccoli e personali giardinetti di individuale interesse ed assenti in progetti di ampia portata e pubblico interesse .

Lei è stato indicato da uno dei candidati sindaci del 2018, Peppe Bologna, come suo assessore in caso di vittoria. Vince poi Giacomo Tranchida. Come giudica l'operato fin qua dell'Amministrazione Comunale?

Non ho potuto dire di no ad un caro amico come Peppe Bologna, ma non avrei mai fatto l’assessore perché non l’ho mai fatto, avrei ceduto il passo a qualche promettente giovane (donna) proveniente dal mondo delle professioni per contribuire ad avviare un percorso di rinnovamento della classe politica trapanese. Bologna era l’unico a lavorare su progetti e programmi di sviluppo urbano e cercava di aggregare l’intelligentia della Città mentre Tranchida era impegnato a trovare il miglior collante delle truppe cammellate della politica locale, riuscendovi poi facilmente.

Intanto Tranchida ha vinto, Bologna è rimasto al palo.

Bologna non aveva ben chiaro, nonostante la grande e rivoluzionaria esperienza di Radio e Tele Scirocco, che di intelligentia in Città ce n’è poca mentre truppe cammellate ce ne sono molte. Infatti Tranchida vinse con numeri direi allarmanti e quasi da regime ed alla luce dei fatti molto immeritati. Tranchida non aveva un programma politico ma solo elettorale e la sua Giunta non coltiva alcun progetto significativo se non “dichiarazioni” di voler fare qualcosa tipo riparare acquedotti e caditoie varie, riparare le continue falle del sistema fognario, bloccare strade, piazze e d isporre innovativi sensi di marcia . Confidavo nella spinta creativa di qualche assessore ma la personalità di Tranchida è forte ed accentratrice, non credo ci sia molto spazio per le idee altrui, ne’ della sua Giunta ne’ del Consiglio Comunale (ammesso che abbiano partorito qualche idea progettuale) ne’ della Città: una volta c’era Confindustria che faceva un po’ da pungolo per lo sviluppo economico, oggi non c’è più neanche questa, probabilmente per le aggregazioni su base regionale dell’Associazione stessa degli Industriali che ormai è centralizzata su Palermo.

Insomma, il Sindaco Giacomo Tranchida, secondo lei, non sta attuando il suo programma di governo.

C'è una mancanza di programmazione nella direzione dello sviluppo e della crescita che determina un gap ancora maggiore per la Città poiché oltre alla carenza progettuale e di iniziative ad ampio raggio dell’Amministrazione, la recente pandemia Covid 19 ha tolto ossigeno a diverse attività economiche, determinandone il collasso. In momenti di emergenza come questi, bisogna allargare la base di confronto con la Città e non richiudersi davanti lo specchio con le proprie idee ...

La Ztl è stata uno dei temi caldi dell'estate. Fortemente voluta dal Sindaco Tranchida, è stata oggetto di numerosi provvedimenti. Ha seguito la vicenda? Da cittadino che ne pensa?

Non sono in linea di principio contrario alla ZTL ma penso che ciascun progetto vada calato con buon senso nella realtà in cui deve essere sviluppato ed a Trapani si deve far di conto con la “falce” del centro storico poiché non c’è una circonvallazione che agevola il flusso veicolare, come ad esempio ad Ortigia dove hanno realizzato sul mare la via di uscita stradale ed un ampio parcheggio, riuscendo molto bene a pedonalizzare il centro storico; comunque non è un dogma bloccare il traffico veicolare in centro storico. A Milano, Parigi, Londra ed in tante altre capitali europee si transita in auto nelle vie del centro, magari si paga un ticket ma si va in auto anche a Via Montenapoleone o Downing Street. Ecco vedo poco buon senso nella sperimentazione poiché gli esperimenti in tale direzione sono iniziati già almeno 7 o 8 anni addietro con il Sindaco Damiano e non si è fatto oggi tesoro di nulla. Vedo bene la possibilità di allargamento degli spazi aperti concessa ai gestori dei ristoranti e locali vari ma il traffico veicolare non funziona per il sovraccarico che si crea alla Marina, unica via di entrata ed uscita dalla Citta. Non credo che questi temi vadano affrontati con la forza del potere di chi governa (peraltro nutro forti dubbi giuridici sulla legittimità dell’uso di ordinanze sindacali al riguardo), i cittadini non sono sudditi ma vanno ascoltati ed anche educati, gradatamente e non certo da un giorno all’altro per il volere autoreferenziale di un ducetto o satrapo.

Il Procuratore aggiunto di Trapani, Maurizio Agnello, ha dichiarato che in città si fa un uso spropositato delle querele, soprattutto tra i politici. Lei è d'accordo?

 Condivido l’analisi. Personalmente presto il mio patrocinio di difesa in diversi di questi processi per diffamazione a querela di parte politica e posso dire che nella maggior parte dei casi oltre a esser definiti con assoluzione dell’imputato divengono un boomerang per parte querelante poiché vengono fuori tutte le magagne sottese alla frase diffamatoria oggetto di querela, e spesso non risulta edificante per il querelante e per le aule di Giustizia. Il Procuratore inoltre, se ho ben compreso ( e se non l’ha detto Lui lo dico io) si rivolgeva anche alla stampa locale invitandola a non cadere nella trappola della simpatia o compiacenza o appiattimento dell’informazione che possono essere spesso possibile conseguenza delle committenze pubblicitarie della PA e quindi della politica .
In un territorio come il nostro dove le imprese sono in crisi e di piccole dimensioni la PA rimane il maggior committente dell’informazione e quindi mi rendo conto che far quadrare i bilanci aziendali talvolta comporta compromessi con la propria coscienza imprenditoriale ed editoriale; ciò anche a causa di una non ricca platea di iniziative editoriali per l’informazione locale.
Come in tutti i settori ci sono comunque gli audaci e i don Abbondio. Dopo le vacanze estive inizierò a lavorare anche su un progetto di una spa, public company, per l’informazione locale e regionale, radio e tv su piattaforma web.

Ma più in generale, secondo lei, che prospettive politiche ci sono per il territorio di Trapani?

Trapani rischia di perdere la sua centralità in provincia, col referendum e con i successivi passaggi regionali, laddove sarà portato a termine l’iter legislativo per la creazione del nuovo comune di Misiliscemi avremo seri problemi di riassetto organizzativo e sociale e perderemo il primato di capoluogo con tutto ciò che ne consegue in termini di impoverimento: perché mai le sedi istituzionali di diversi enti oggi a Trapani dovrebbero continuare a rimanere in Città e non invece trasferirsi nel maggior comune della Provincia ?
Trapani ha già perso da tempo la gestione e l’influenza diretta di segmenti strategici della vita pubblica: mi riferisco ad asset del territorio finiti in mano dei palermitani. Porto, aeroporto, sanità, università sono sotto inevitabile scacco di Palermo e la classe politica locale ( non abbiamo rappresentanza regionale e per quella nazionale sorvoliamo) non riesce a fronteggiare la direzione dei flussi di utilità sociale, che da essi derivano, verso Trapani. L’inversione di rotta nella direzione della crescita non la vedo bene a breve termine perché potrà esser data solo da una nuova generazione di giovani di buona formazione culturale o professionale che tarda a fare il suo ingresso in politica, salvo qualche rara brillante eccezione.

Tipo?

Mi riferisco all’esempio positivo del dott. Paolo Petralia Camassa che da qualche tempo è entrato a far parte della Giunta di governo del Sindaco Orlando a Palermo. Forse era meglio dedicare le proprie energie a Trapani ? Non saprei se augurarglielo, per me e per i cittadini trapanesi sarebbe stato certamente un bene, per lui non saprei. Amministrare una grande Città come Palermo è comunque una ottima opportunità di formazione ed esperienza politica, il prof.Orlando è persona di grande intelligenza e cultura ed una mente politica molto raffinata; magari potrà essere un buon trampolino di lancio verso più ambite mete di vertice regionale.

Largo ai giovani, verrebbe da dire. 

Si rende ormai improcrastinabile creare le condizioni per tornare a respirare aria di primavera e ci vogliono cambiamenti significativi che solo i giovani talentuosi, volitivi e non mediocri possono attuare senza le incrostazioni mentali che noi tutti abbiamo accumulato nel tempo.