E' già in corso la produzione del vaccino anti coronavirus. Anzi "dei" vaccini. Perchè oltre quello angloitaliano, ci sono in corsa tanti altri progetti. Le polemiche non mancano, dato che la fretta sta facendo saltare diversi protocolli ordinari.
Tra un mese ci sarà la fine dei test del farmaco di Oxford, poi la distribuzione in Europa dopo l’ok dell’Ema. Gran parte delle fiale saranno confezionate ad Anagni, due milioni quelle destinate subito all’Italia.
La tabella di marcia, spiega Repubblica, è questa. Fine settembre o inizio ottobre: conclusione delle sperimentazioni. Fine ottobre: autorizzazione da parte dell’Ema, l’autorità europea del farmaco. Novembre: messa in commercio delle prime dosi. Queste le tappe del vaccino contro il coronavirus di Oxford, il più avanzato e promettente, affidato alla produzione dell’anglo-svedese AstraZeneca.
Le fasi uno e due sono state promettenti. Speranza ha già annunciato l’arrivo del vaccino entro l’anno. Sarà distribuito all’inizio agli operatori sanitari (quasi un milione di persone) e alle forze dell’ordine (circa mezzo milione).
Per gli anziani invece, categoria più delicata, bisognerà verificare i dati su efficacia e sicurezza che verranno pubblicati alla fine della fase tre. In generale i vaccini funzionano meno con l’avanzare dell’età e hanno spesso bisogno di sostanze chiamate adiuvanti, che però non sono state incluse in tutte le sperimentazioni attuali. Eventualmente la precedenza sarà data a chi è ricoverato in una Rsa, e quindi è più a rischio.
La somministrazione avverrà con una puntura. Molto probabilmente sarà necessario un richiamo a uno o due mesi di distanza: anche questo sarà stabilito dopo la pubblicazione della fase tre, che sta coinvolgendo 50 mila volontari in Gran Bretagna, Brasile e Stati Uniti. L’Ema aveva annunciato che avrebbe preso in considerazione candidati vaccini sperimentati su almeno 10 mila persone.
AstraZeneca ha avviato la produzione in alcuni stabilimenti nel mondo. L’autorizzazione Ema, a novembre, troverà una decina di milioni di dosi immediatamente pronte, (un paio per l’Italia). L’Irbm di Pomezia sta fabbricando per conto di AstraZeneca e Oxford le dosi per le sperimentazioni.
Al netto di eventuali problemi, comunque, ogni dose di AstraZeneca costerà 2,5 euro.
L’Europa ha firmato o sta per concludere accordi con altre 6 aziende europee, americane e cinesi.
Per la ricerca di un vaccino sono al lavoro 321 laboratori nel mondo: circa 120 in America, 80 in Europa e un centinaio in Asia e Australia. I test sull’uomo sono avviati da 32 gruppi, 7 in fase tre.