Il processo al sistema Saguto è in dirittura d'arrivo. Davanti al tribunale di Caltanissetta, presieduto da Andrea Catalano, martedì era l’ultimo giorno di arringhe.
Quella finale è toccata a Ninni Reina, avvocato di Silvana Saguto, ex giudice delle misure di prevenzione del tribunale di Palermo, coinvolta con altre 13 persone.
Sono state 4 le udienze per i difensori per cercare di smontare i 74 capi di imputazione che pendono sulla Saguto. I reati vanno dalla corruzione alla concussione all’abuso d’ufficio. Reina ha spiegato come l’accusa abbia avuto un’ipertrofia di contestazioni: “Tutto è reato, tutto è penale, ogni condotta senza spiegazione alternativa che potrebbe non trasmodare nel penale”.
“La procura ha enumerato una serie di fatti rispetto a questi fatti ha ritenuto di sindacare, censurare, riprovare la condotta personale e professionale della dottoressa Saguto nell’esercizio della sua professione ed ha ritenuto che tutto potesse essere trasmutata in rilevo penale – ha dichiarato Reina -. Il problema che si è posto è quello di indirizzare l’azione penale quale strumento per rincorrere una propria visione etica, una visione di integrità”.
Secondo i legali della Saguto, ci sarebbe una differenza sostanziale tra reati commessi ed etica facendo l’esempio del conto di 18 mila euro della spesa da pagare al supermercato. Lo stesso Reina ha affermato che potrebbe essere eticamente discutibile, ma la richiesta di coprire il debito per lei non costituisce reato. Intanto l’udienza per le repliche dei pubblici ministeri è stata fissata per il 23 settembre alle 9,30.