La promiscuità è ricchezza. Nel ventesimo secolo ha assunto un giudizio morale non edificante. In relazione all'attività sessuale al di fuori di un rapporto stabile non era ben vista. Il '68 cambiò l' idea con l'avvento della rivoluzione sessuale.
La legge sul divorzio nacque anche sotto la spinta di quel movimento a supporto, oltre alla più nobile e importante idea, che ci si possa affrancare da un matrimonio infelice, emotivamente dannoso e spesso violento, con la donna quasi sempre la vittima. Poi appunto arrivò nel belpaese la legge del'70 che permise scindere l'unione matrimoniale ed unitamente ad una campagna d'informazione e di un incentivazione alla prosecuzione degli studi emancipò la donna. La promiscuità è ricchezza quando si contaminano culture, musicali, letterarie, cinematografiche, pittoriche. Lo è quando si mescolano etnie. Tra religioni. Nella società tra anziani, giovani, disabili, lgbtq ed etero. In economia con il contributo di pubblico e privato. Anche nello sport, si pensi dal biathlon al decathlon,passando al pentathlon. La promiscuità comporta confronto dialogo ed infine sintesi. Dovrebbe essere un valore aggiunto nella politica esempio con distorsione dovute al comportamento umano lo è stato il pentapartito. Formazione cattolica, socialista, liberale, laica.
Banalmente è sempre il genere umano a fare la differenza, lontani dalla mia idea, ma è un valore aggiunto di alto livello il confronto Einaudi, Croce e De Gasperi, decisamente meno con Altissimo De Mita e Forlani. Per Marsala 2020 c'è ne parecchia, tra l'altra è insita nelle coalizioni è nell'ordine naturale delle cose, in quella di Grillo stona però e parecchio vedere alleati il PSI e Fratelli d'italia eredi del MSI. In quella del sindaco esiste perché c'è un anima più di battaglia ed una di governo. Ridotta politicamente nei candidati A. Rodriquez e Grasso. Tra Dugo e l'Adamo lascia perplessi , c'è sentore di risentimento di quest'ultima. La promiscuità è ricchezza e lo può essere anche in politica, ma non sia nella gestione della "res publica" mera spartizione di potere.
Vittorio Alfieri