Gabriele Di Pietra, new entry in consiglio comunale a Marsala, eletto con la lista Progettiamo Marsala a sostegno di Massimo Grillo. Ha ottenuto 764 voti ed è il più giovane eletto in questa tornata elettorale. Una lista la sua che inizialmente era data tra quelle più deboli, invece ha avuto un ottimo risultato eleggendo due consiglieri, senza big, tutti giovanissimi. Come nasce l'idea di questa partecipazione, cosa l'ha spinta così giovane a partecipare?
Io ho scoperto questa passione 5 anni fa, durante la campagna elettorale di Massimo Grillo, c'era mio padre candidato in suo sostegno. Due giorni dopo quella sconfitta Massimo mi ha chiamato con l'idea di costituire un gruppo giovani vicini a lui.
Era un gruppo di conforto inizialmente...
Poteva anche essere questo all'inizio. Però Massimo ci teneva a rinnovare la classe dirigente con un'età media inferiore rispetto a quella del passato. Successivamente mi sono avvicinato a Progettiamo Marsala grazie a Paolo Ruggieri ed Enrico Russo. Nel 2018 mi hanno proposto di candidarmi come coordinatore di Progettiamo Marsala, ho accettato e abbiamo lavorato costantemente in questi anni. Da lì si è pensato alla candidatura al consiglio comunale, ne ho parlato con un gruppo di amici ed è nato tutto.
Oltre 700 voti sono tanti. Ha tanti amici.
Ho un bel gruppo di amici. Facciamo un calcolo rapidissimo. 100 giovani che portano magari un voto a testa sono già 200 voti, poi se ne portano due già sono 300. Abbiamo ragionato così. I giovani hanno sempre consenso più libero rispetto agli adulti, niente favori da ricambiare. Votano con più convinzione.
Cosa chiedono i giovani?
Di lavorare insieme, costantemente, nei prossimi cinque anni. Il gruppo deve rimanere attivo, non deve sfaldarsi, poi ci sarò io in consiglio comunale. Penso che un gruppo del genere che si confronta e lavora sia una bella cosa per la città. I giovani vogliono essere ascoltati, cosa che non è successa negli ultimi 5 anni, neanche con la consulta comunale giovanile.
Siete per ripristinare questo strumento.
Oltre a quest'organo i giovani non sono mai stati coinvolti.
Grillo voleva fare la giunta young.
La voleva fare. Penso possa essere un supporto per questa amministrazione.
C'è una mancanza di dialogo tra i giovani e la politica, ma tra voi giovani quando parlate della città che problemi riscontrate?
Nel gruppo che mi ha sostenuto, ci sono ragazzi con conoscenze e competenze diverse. Passioni diverse, quindi c'è chi propone un'iniziativa sportiva, un progetto per il decoro urbano, chi si mette a disposizione per analizzare il bilancio comunale. Cose che solitamente non accadono. Avere tanti giovani che si mettono a disposizione per la città è una bella cosa.
Lei ha preso tanti voti, dicevamo. Qual è stata la sua arma vincente?
Ho costruito questa candidatura anni fa. Già un anno e mezzo fa incontravo i cosiddetti “capi elettori” e si è cominciata a costruire questa candidatura. Ma mai con presunzione. E' stato importante il dialogo e il costruire una squadra che potesse dare soddisfazioni in termini numerici.
In quale parte della città ha preso più voti?
Birgi. In una sola sezione 135 voti.
Il covid ci ha messo lo zampino, perchè?
Il Covid mi ha fatto perdere un contratto di lavoro al Cavour, ma ha portato anche tanti giovani a Marsala visto che le università erano chiuse con lezioni ed esami a distanza. Questo ha fatto sì che quasi tutti erano qui a Marsala.
Sono stati 5 anni di consiglio comunale non proprio gratificanti per l'immagine e l'istituzione. Urla, liti, maleducazione. Lei avverte la responsabilità di contribuire a ridare decoro al ruolo istituzionale?
Bisogna dare dei segnali. Io ho assistito spesso alle sedute di consiglio comunale. Qualcuno mi ha detto che ho più presenze io che qualche consigliere che si assentava spesso. Spesso l'aula era vuota, le sedute cominciavano in grande ritardo. Non è una bella cosa. Bisogna rispettare le istituzioni. In questa campagna elettorale non abbiamo condiviso nessun post sugli avversari, volevamo parlare di noi, di quelli che siamo e che vogliamo fare. Voglio raccontare un aneddoto. L'altra sera ho incontrato il preside Gioacchino Aldo Ruggieri, e mi ha dato un consiglio: io fumo tanto, e mi ha detto che se voglio davvero rispettare le istituzioni durante il consiglio comunale non devo uscire a fumare. Questo non è un bel segnale della città.
In questi giorni si è parlato anche del gesto di Di Girolamo, che nonostante la sconfitta era presente al passaggio di testimone al nuovo sindaco. Un gesto di correttezza istituzionale. Anche qui è il caso di stemperare i toni, di valutare anche le cose buone che ha fatto la giunta precedente?
Assolutamente. Ho parlato con l'ex assessore Rino Passalacqua e ho sempre riconosciuto i meriti dell'amministrazione Di Girolamo. Non possiamo dire che non ha prodotto nulla per la città, tante cose buone sono state fatte. Certo ci sono stati degli esperimenti non proprio positivi per la città. Parlando di cultura, che è il settore a me più caro, l'esperimento Moni Ovadia non è andato bene. Ma ci hanno provato. Anche lì io ho partecipato, da avversario politico, invitato dall'ex assessore Clara Ruggeri, a portare nelle scuole i vari depliant, l'ho fatto con spirito di servizio. E' però indicativo che abbiano chiamato me. Ora dobbiamo analizzare ciò che di meglio si può fare.
Lei suona il liuto.
Sì. E' il nonno della chitarra classica. L'ho scoperto durante l'esame al Conservatorio di musica. Sono diplomato in conservatorio.