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20/10/2020 06:00:00

Domenico Venuti (PD): "Niente scarica barile sulle responsabilità, bisogna capire gli errori e ripartire"

Domenico Venuti, sindaco di Salemi e segretario provinciale del Partito Democratico. Ha avuto un incontro con il senatore del Movimento Cinque Stelle Maurizio Santangelo. Ci sono delle prove di un possibile accordo per le regionali del 2022 e per le amministrative che vedranno impegnati i territori?

Sono prove di dialogo, dopo che se n’è tanto parlato. Ora è arrivato il momento per mettere in piedi un dialogo per vedere se ci sono le condizioni che partano dai territori e che coniughino i vari livelli, da quello nazionali a quelli locali, tenendo conto degli indicatori che sono arrivati dalle elezioni. Questa tornata elettorale, è inutile dirlo, non è andata bene per il centrosinistra in Sicilia. Però i dati di Termini Imerese dove PD e Cinque Stelle sono riusciti a fare una coalizione alternativa al centrodestra deve far riflettere tutti sul fatto che la politica non si fa con l’isolamento e non si può fare di volta in volta tentando di fare delle alleanze soltanto sulla base civica.

Venuti non diventa Grillino, vero?

Mah, mi sembra che finora sia stato più il contrario, a dire il vero. Se c’è una cosa che non mi si può rimproverare è la mancanza di coerenza. Sono nel partito democratico da sempre e ho contribuito a fondarlo. Non credo che anche oggi cambierò.

Venuti, qualcuno dei nuovi tesserati sostiene che il PD debba cambiare approccio con i nuovi arrivati. Sostengono che chi è arrivato lì da tanti anni non lascia tanto spazio e gode di un primato che altri non possono mai aspirare ad avere. E’ così o no?

Non credo sia così. Ad esempio a Marsala, molti dei nuovi arrivati e tesserati del PD sono andati in altre liste. Io ribalterei la domanda e direi: quale è il motivo per cui si sta insieme in un partito, come si sta insieme in un partito e perché? Se l’apertura vuol dire che il partito c’è e ciascuno fa quello che vuole è un conto, bisogna discuterne e io sono qui e aperto a parlarne. Se poi c’è un partito e tutti concorrono al risultato del partito in qualunque momento, nei momenti belli e nei momenti difficili è un'altra cosa.  Io ci sono stato quando si è vinto, quando si è perso, quando si sono prese batoste, quando si è perso di misura, eppure si è sempre qui, ci si rimbocca le maniche e si continua a lavorare. Io più che partire da queste sottigliezze o da tentativi di spostare l’attenzione dalle cose importanti, partirei da quella che è l’analisi di cos’è un partito e di come si sta in un partito.

Quanto durerà questa analisi del voto. Il Pd la sconfitta del 2007 l’ha fatta durare un anno, quella delle nazionali fino adesso.

Io prendo un impegno, non volendo essere smentito, entro l’anno. A parte gli scherzi, non so quanto durerà, ma l’analisi del voto serve per capire esattamente dove si è sbagliato, partendo dal presupposto che tutti abbiamo delle responsabilità e non dobbiamo far partire il solito scarica barile che ha scocciato tutti e a partire dagli elettori stessi. Dobbiamo capire dove si è sbagliato e cosa si deve fare per correggere questi errori. Credo che sia abbastanza semplice, non solo a parole, ma anche nei fatti. A meno che dietro non si tramino tutta una serie di operazioni per fare sgambetti e per creare problemi. Per questi ci siamo spesso distinti e così abbiamo fatto allontanare gli elettori. Credo che sia questo il problema che il PD deve affrontare.