Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
27/10/2020 07:18:00

Sicilia, Musumeci adesso vuole riaprire cinema, teatri, ristoranti

 Ha fatto passare un'intera estate allentando i controlli e non preparandosi alla seconda ondata d'autunno. Ha promesso ospedali mai realizzati. Ha fatto lo scaricabarile sul governo.Ha dato la colpa agli immigrati. Ha fatto un'ordinanza, anticipando di un giorno il governo, con il solo scopo di dare a Conte la patata bollente delle chiusure dei locali. Ha scaricato la responsabilità sulle scuole. E adesso, dopo che il governo Conte, per dare una scossa psicologica al Paese, ha deciso per la chiusura di cinema e teatri, con i ristoranti chiusi al pubblico dalle 18 (ma aperti per l'asporto e le consegne a domicilio) adesso il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, vuole una deroga per riaprire ristoranti, cinema e teatri. Il motivo? Da noi la situazione è grave, ma non come in altre Regioni. La dichiarazione di Musumeci, tra l'altro, arriva a poche ore da un'altra, in cui ha detto l'esatto opposto: "Prepariamoci al peggio". 

“Stasera ho riunito il governo regionale per proporre a Roma una deroga per la Sicilia, in settori come quello dei Beni culturali, quindi teatri, cinema, musei, e dei ristoranti. Quando il dato epidemiologico ci metterà in condizioni di non poter consentire queste attività saremmo i primi a chiudere, ma per adesso perché farlo” ha detto il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci intervenendo in Rai stasera a Tg2 Post.

“La realtà della Sicilia in questo momento non è come quella di alcune regioni del nord – aggiunge il governatore – Perché allora se in questo momento è possibile far lavorare alcune categorie non lo si deve fare? Stare in un teatro o in un cinema a tre posti di distanza è una cosa che si può fare. Così come è più sicuro sedersi a tavoli distanziati di un metro piuttosto che stare in piedi ad aspettare cibo da asporto”.