Il fato e il destino. Due termini che nell'accezione moderna si sovrappongono, ma non è corretto. Fin dalla notte dei tempi, c'è diversità nell'attribuzione del senso. Fato è un termine derivato dal verbo latino fari che significa "dire", "parlare" e quindi fatum, che significa "ciò che è detto" o "la parola detta (dalla divinità)" a cui ci si deve adeguare e alla quale è inutile tentare di sottrarsi.
Il destino invero è un concetto sui cui ha indagato la filosofia stoica, in relazione al logos, vale a dire scegliere. Il primo in un idea forzata è l'essenza in aiuto sovviene un proverbio siciliano" cu' nasci tunno nu po' morire quatrato", nel mio "cu' nasci tunno, nu po morire pisci spata", perdonate la facezia, ovvero l'essenza è la materia, ciò che è ed è immutabile. Il secondo nell'accezione "coatta" è l'essere, ossia ciò che è trasformabile nel tempo. Applicando i termini/concetti al Covid 19, il genoma è stato identificato nel pipistrello, la cui carne è mangiata in Cina, Indonesia Thailandia, Vietnam e Guam. Il genere umano, nella sua essenza viene aggredito dal virus. Nel suo essere ha deciso di nutrirsi del mammifero.
Il fato non è determinabile, quanto la nostra essenza, anche se si sta studiando di modificare geneticamente il genere umano. In futuro potremmo generare prole immune al Sars-cov-2. Quindi ad oggi la nostra essenza è conosciuta, determiniamo il nostro essere, nella fattispecie? rispettando le regole. Nell'immigrazione, nessuno decide dove nascere, un'essenza fatalmente sboccia in Sierra Leone, probabilmente vorrà essere dapprima un abitante europeo e poi forse cittadino. L'impiego avviene anche nelle scelte politiche. Il governo nazionale è da noi determinato, idem quello regionale, ugualmente quello comunale. Sono la promanazione del nostro essere. La nostra classe dirigente politica non è frutto del fato, è il nostro destino, lo determiniamo. Sicuramente l'essenza è un fato, quasi sempre l'essere un destino.
Vittorio Alfieri