Dopo avere percorso, in maniera libera, per circa 500 chilometri dell’antico sentiero dell’Antica trasversale sicula, i pellegrini hanno deposto zaini e scarponi.
L’arancione, di cui si è tinta la Sicilia, dopo il Dpcm, non ha lasciato alcuna possibilità ai camminatori di proseguire la tratta fino alla costa ragusana di Kamarina, da sempre tappa finale dell’itinerario.
Il cammino, iniziato il 4 ottobre a Mozia, si è interrotto dopo 32 giorni a Licodia Eubea sul versante nord-occidentale dei Monti Iblei.
Un percorso unico dall’inizio alla fine, quello di quest’anno. Gli appassionati della Trasversale, a causa del Covid, hanno intrapreso il cammino, in forma privata come un’avventura libera e lenta, tra notti in tenda e talvolta nuovi sentieri. Rifocillandosi in posti poco affollati e incuranti della stanchezza dello zaino in spalla si sono abbandonati ai paesaggi mozzafiato e ai mirabili resti archeologici ricchi di storia e mito che hanno forgiato il volto della Sicilia.
Dall’isola di San Pantaleo, immessi sul percorso della antica via del sale, hanno attraversato i siti di Segesta, di San Miceli, di Hippana, di Entella, della Rocca di Cerere, del lago di Pergusa, di Morgantina e di Palikè.
Sei le provincie attraversate: Trapani, Palermo, Agrigento, Caltanissetta, Enna, Catania, numerose le associazioni, gli enti di ricerca e istituzionali, i gruppi ambientali, i Club Unesco, i Cai, i Gal, che hanno dato la disponibilità a far fronte alle necessità dei camminatori.
“Il cammino del 2020 – afferma Giuseppe De Caro, presidente dell’Antica Trasversale sicula – si conclude in un periodo di difficoltà, che, oggi più che mai, mette tutti noi camminatori e siciliani davanti ad un bilancio tra passato e futuro tra ciò che abbiamo ottenuto e ciò che potremmo avere, ma soprattutto ci fa comprendere che solo unendo le nostre forze, la nostra speranza e la nostra fiducia, può esserci un futuro migliore”.